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Sanremo 2020, le pagelle delle cover: Rancore fenomeno, Junior Cally ed Elettra Lamborghini un disastro

Giulio Bucchi
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Le pagelle della serata cover del Festival di Sanremo, a cura di Antonella Luppoli. Michele Zarrillo e Fausto Leali con “Deborah”  In due fanno quasi il doppio dell'età del Festival. E si sente. Ma le signore in galleria apprezzano molto pezzo. Una buona apertura per la serata dedicata alle cover. Da Ariston. Da Sanremo. Per l'orchestra, unico e insindacabile giudice per questa volta, sono 15°. Per noi è (abbastanza) buona la prima: voto 6. Junior Cally e Viito con “Vado al massimo”  Il più discusso di tutto il reame sanremese si presenta con gli amici indi e il brano che Vasco Rossi ha portato sullo stesso palco nel 1982. Ci rimette le mani e le canta alla politica. A Salvini. Si fa sardina. Che di sti tempi, meglio farsi Renzi. Per i maestri agli strumenti 21° in classifica, per noi è no: voto 4. Leggi anche: "Perché sei il Coronavirus della musica". Selvaggia Lucarelli violentissima contro Elettra Marco Masini e Arisa con “Vacanze romane”  Sulla carta spaccano, nella realtà molto meno. Arisa è tra le voci femminili più belle del panorama musicale italiano. Masini onestamente no. Per la classifica 10°, per noi voto 5. Riky e Ana Mena con “L'edera”  “S'illuminava aveva il suono di una melodia lontana…”. E Fred De Palma dov'è? Ah no, il duetto era con Riki. O meglio di Riki con Anna Mena. Gli occhi cerulei colpiscono. Più della performance. Per la classifica 22°, siamo d'accordo: voto 4.5. Raphael Gualazzi e Simona Molinari “E se domandi”  Il pezzo è di Mina. La signora della musica italiana. Non semplice. Ma l'armonia delle due voci regala un'ottima performance. D'altronde, la Molinari è garanzia del bel canto. Applausi in sala stampa per loro che sono 11° in classifica, per noi anche meglio: voto 7. Anastasio e la Premiata Forneria Marconi (PFM) con “Spalle al muro”  Questo ragazzetto ha un'energia incredibile e al Festivàl la sfodera tutta. La Pfm è il valore aggiunto. Aggiunto appunto: il valore ci sarebbe stato a prescindere. Si piazza al 4° della classifica e prende gli applausi della sala stampa. Anche i nostri: voto 7.5. Levante, Francesca Michelin e Maria Antonietta con “Si può dare di più”  Si può dare di più cantata da Levante (sempre strizzata nell'uniforme gonna con spacco centrale inguinale e top copricapezzoli), Francesca Michelin e Maria Antonietta (chi?) è la versione moscia di “Si può dare di più” cantata da Tozzi, Ruggeri, Morandi. Che -speriamo- siano usciti a cena. 17° in classifica, per noi quasi sufficiente: 5.5. Alberto Urso e Ornella Vanoni con “La voce del silenzio”  La Vanoni fa la Vanoni e Urso fa Urso. Il brano è nelle corde del giovanotto. L'Ariston apprezza. L'orchestra non molto. 20° in classifica. Per noi la coppia non va oltre la sufficienza: 6. Elodie e Aeham Ahmad con “Adesso tu”  Trionfo classe ‘86 di Ramazzotti. Ma solo la sua voce può cantare il brano per emozionare. Elodie ci ha provato, anche senza sbavatura ma non ha convinto davvero né gli orchestrali, né noi. 19° in classifica, per noi voto: 6. Rancore, Durdust e la rappresentante della lista con “Luce”  Durdust al piano e non ce n'è per nessuno. La rappresentante di lista fa il suo egregiamente. Rancore è la vera “scoperta” della 70esima edizione. Questa è una cover. E pure per l'orchestra è un quasi trionfo: 8° in classifica (pari merito), per noi 8.5. Pinguini Tattici Nucleari con “Settanta volte”  Da “Papaveri e papere” a “Nessuno mi può giudicare” fino a “Rolls Royce”, solo per citarne qualcuna. Un medley di storia sanremese dal sapore vivace. Sul palco senza “collaboratori”. Sono già in troppi? Promossi a pieni voti per noi e per la classifica in cui occupano la posizione numero 3: voto 8. Enrico Nigiotti e Simone Cristicchi con “Ti regalerò una rosa” Una bella canzone. Col plus che a cantarla c'è l'autore della canzone. Bella alchimia. In classifica al 12° posto, per noi promossi: voto 7. Giordana Angi e Solis String Quartet con “La nevicata del ‘56”  C'è l'inquinamento, lo smog e il riscaldamento globale (citofonare Gret-ina). La nevicata del '56, bella eh, ma un po' retrò. Fuori moda. Per l'orchestra è no, 18º in classifica. Noi premiamo (solo) la bella voce: voto 5. Le Vibrazioni e i Canova con “Un'emozione da poco”  A Sarcina e compagnia cantante non gli si darebbe una lira così di primo acchito e invece pure su Anna Oxa non deludono. Energici. Nella classifica dei musichieri sono al 18° posto per noi promossi: voto 7. Diodato e Nina Zilli con “24000 baci”  24 mila sono i baci che vorremmo dare a Diodato. Bravo. La Zilli porta tutta se stessa sul palco dell'Ariston. Convincono tutti: la classifica - 5º posto - e pure noi: voto 8. Tosca e Silvia Perez con “Piazza Grande”  Omaggio a Dalla riuscitissimo. Con inserzioni spagnole (che prescindono per la prima volta nel corso della serata dalla presenza di Georgina). Qualcuno si domanda chi è Perez? Per l'orchestra che le piazza in cima alla classifica. Primo posto. Per noi: voto 7.5. Rita Pavone e Amedeo Minghi con “1950”  Anche loro hanno scelto un brano dell'ospite e c'hanno azzeccato. Almeno per la platea dell'Ariston. 13esimi in classifica, per noi una performance appena sufficiente: voto 6. Achille Lauro e Annalisa con “Gli uomini non cambiano”  Emozionante. Lauro truccato e parruccato come Annalisa. O Annalisa come Lauro? Una bella coppia. Non per l'orchestra che li piazza al 16º posto della classifica. Per noi è un sì convinto: voto 7. Bugo e Morgan “Canzone per te”  Nulla di sorprendente. Il pezzo di Endrigo fa quello che deve, così come Morgan e Bugo. Per l'orchestra è un no secco: ultimo posto in classifica. Per noi è un compito in classe con una bella traccia ma copiato in bella solo per la prima facciata del foglio protocollo. Voto 5. Irene Grandi e Bobo Rondelli con “La musica è finita”  La Grandi come Levante ha deciso di osare sempre con lo stesso look. La voce c'è ma sarà l'ora tarda (1.23) non sembra bastare. Si piazzano più o meno a metà classifica. Voto 5.5. Piero Pelù con “Cuore matto”  Versione super rock del tormentone di Little Tony (e della Danacol). Duetta con l'ologramma del compianto cantante. Pelù fa l'impegnato sul finire parlando di femminicidio (aridaje) ma si diverte. L'orchestra pure e lo piazza al secondo posto. Applausoni in sala stampa, ci è piaciuto: voto 6.5. Paolo Jannacci, Francesco Mandelli e Daniele Moretto con “Se me lo dicevi prima”  Jannacci fa un regalo al papà. O forse lo fa a se stesso. È il più grande spread tra padre e figlio. Pure senza lucidalabbra. L'orchestra dice sì e li impila al 7° posto. Noi siamo meno entusiasti: voto 6 (più per Enzo che per Paolo). Elettra Lamborghini e Myss Keta con “Non succederà più”   Una in abito da sposa da terze nozze e con un filo di voce, l'altra con la maschera delle ragazze di Porta Venezia e forse sarebbe stato meglio se quel treno da Milano non l'avesse mai preso. Claudia Mori ha querelato per molto meno. Per chi vota questa volta è un no secco. Penultimo posto. Siamo d'accordo. Anzi no avremmo assegnato l'ultimo e anche l'ultimissimo gradino della classifica: voto 3. Francesco Gabbani con “L'Italiano”  È intonato. Pure più di Toto. Canta vestito da astronauta con un tricolore in mano. Riesce sempre a dare un tocco di originalità alle sue performance. Per l'orchestra divide l'ottavo posto in classifica con Rancore, anche noi lo premiamo: voto 7.  di Antonella Luppoli

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