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Si può camminare megliocon la fampridina ‘retard'

Il farmaco è indicato per il trattamento dei disturbi di deambulazione, che colpiscono fra il 64 e l'85% dei pazienti con sclerosi multipla

Maria Rita Montebelli
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Si tratta di risultati – quelli dello studio ENABLE – che gli stessi specialisti riuniti a Milano all'ultimo congresso nazionale della Società Italiana di Neurologia (SIN) non hanno esitato a definire ‘significativi': lo studio ha infatti dimostrato che nei pazienti con Sclerosi Multipla che presentano difficoltà di deambulazione la fampridina a rilascio prolungato determina un miglioramento statisticamente significativo della funzionalità fisica, dell'abilità a compiere attività quotidiane, nonché delle condizioni psicologiche dei pazienti e della loro qualità di vita: benefici evidenti già dopo 12 settimane e che si sono mantenuti per tutto il periodo di osservazione. Più di tre quarti dei pazienti trattati con fampridina a rilascio prolungato (704 pazienti, ossia l'84,5% di quelli arruolati nello studio) ha manifestato una risposta clinica al trattamento in termini di miglioramento della velocità del cammino misurata mediante strumenti oggettivi e soggettivi. ENABLE è uno studio multicentrico della durata di 48 settimane condotto in Europa, Canada e Australia in 85 centri, tra cui 5 italiani: l'Ospedale San Raffaele di Milano, l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova, l'Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze, l'Ospedale S. Andrea di Roma, l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Bari. Sono stati coinvolti 901 pazienti, di cui 78 italiani, prendendo in osservazione tutte le diverse forme di SM. I pazienti presentavano un indice di disabilità medio sulla scala EDSS di 5,2 su 10, corrispondente cioè a una disabilità motoria tale da avere un impatto sulle attività della vita quotidiana e con necessità di assistenza per la deambulazione per distanze superiori a 200 metri. Il 63% dei pazienti arruolati, inoltre, soffriva di una forma progressiva di SM caratterizzata da un costante peggioramento delle funzioni neurologiche. Il parere degli esperti. “I pazienti trattati con fampridina a rilascio prolungato mostrano un miglioramento significativo della deambulazione, con benefici che si estendono ben oltre la funzionalità fisica e investono l'intera qualità di vita - spiega il Prof. Paolo Gallo, Direttore del Centro Sclerosi Multipla dell'A.O. Universitaria di Padova.- Nella sclerosi multipla la capacità di movimento è un aspetto molto importante poiché compromette fortemente l'indipendenza del paziente, con una progressiva perdita di qualità di vita. Le conseguenze sono pesanti sia sulla sfera emotiva, per le forti limitazioni nelle normali attività quotidiane, che in termini sociali: a questo riguardo, basti pensare agli effetti in ambito lavorativo”. Lo studio ENABLE ha indagato la correlazione tra gli effetti di fampridina a rilascio prolungato sulla deambulazione e i benefici per il paziente in due ambiti fondamentali: qualità di vita (QoL) e funzionalità fisica. La qualità di vita è stata valutata mediante scale malattia-specifiche così come con scale generiche quali la SF-36, uno dei test più utilizzati per misurare questo outcome, che prende in considerazione diverse componenti della QoL che sono influenzate dalla funzionalità fisica e dallo stato mentale del paziente: percezione sullo stato di salute generale, salute fisica, peso delle limitazioni legate alla salute fisica, dolore, vitalità, funzioni sociali, peso delle limitazioni legate a problemi emozionali, salute mentale. L'obiettivo dello studio era valutare il cambiamento - rispetto al basale - del punteggio del questionario SF-36. Già dopo 12 settimane di terapia nei pazienti responders è stato osservato un miglioramento clinicamente e statisticamente significativo nella QoL che permane nel tempo, come confermato a 24, 36 e 48 settimane dall'inizio della terapia. I pazienti in trattamento con fampridina a rilascio prolungato hanno riscontrato, inoltre, un miglioramento generale dell'abilità a effettuare alcune attività di vita quotidiana in maniera autonoma e senza difficoltà, tra queste anche compiti che richiedono un certo grado di abilità fisica. Tra gli aspetti legati alla funzionalità fisica migliorata, i benefici riscontrati più frequentemente sono: minore pesantezza di braccia e gambe, riduzione del tempo necessario per portare a termine un'attività, minore necessità di riposarsi tra un attività e l'altra o di rimanere a casa rinunciando ad attività esterne. (LARA LUCIANO)

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