Cosa vuole il pazienteda medici e farmacisti
Un'indagine Doxa commissionata da Teva Italia rivela i desideri di pazienti, medici e farmacisti in merito ai percorsi di cura che devono essere sempre più personalizzati, semplici e innovativi
Le speranze dei pazienti? Vanno nella direzione di percorsi di cura in grado di “monitorare il decorso della malattia con nuove tecnologie” (88%), “velocizzare la diagnosi” (77%), fare in modo che “un solo farmaco sia in grado di curare più patologie” (34%) e “aumentare il numero e la varietà dei farmaci disponibili "(80%). Sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca quali/quantitativa di Doxa dal titolo “I percorsi di cura del futuro”, commissionata da Teva Italia, per saperne di più sulla salute degli italiani “che navigano su internet, ma alla fine si fidano sempre e comunque dei consigli del proprio medico e del farmacista”. I medicinali equivalenti. Chi conosce il generico, perché è informato e lo ha provato, lo sceglie di nuovo. E la conoscenza dei generici porta il 68% dei cittadini ad affermare che “i farmaci generici hanno reso accessibili cure e terapie che prima non tutti si potevano permettere”. Tra coloro che hanno già provato un farmaco equivalente e ne hanno avuto un'esperienza positiva (77%), il 73% è propenso all'uso dei medicinali generici e il 70% è favorevole alla loro diffusione. Ma resta ancora un po' di confusione nei confronti dei farmaci equivalenti, sia per quanto riguarda la tollerabilità del farmaco a seconda degli eccipienti che questo contiene, sia per l'errata convinzione che “vadano bene per i disturbi banali, ma siano meno adatti alle malattie importanti”. Un ruolo fondamentale di consiglio e di informazione è quello svolto dal medico e dal farmacista. Il medico rimane un punto di riferimento per il paziente perché garantisce attenzione e ascolto fornendo una prima risposta ai suoi bisogni di salute. Proprio per questo è in grado di influenzare fortemente l'opinione del paziente, anche in merito agli equivalenti. Il farmacista molto spesso è chiamato a fornire ulteriori informazioni sul farmaco prescritto dal medico (es. posologia o modalità di assunzione), è tenuto a proporre l'alternativa generica. La positiva percezione degli equivalenti da parte del farmacista si riflette sulla frequente proposizione ai pazienti di questa alternativa. Le aziende farmaceutiche. Alla luce di questa fotografia scattata da Doxa, le case farmaceutiche, secondo gli intervistati, dovrebbero contribuire ad aumentare l'informazione sul generico, attraverso la promozione di campagne informative sulle caratteristiche dei farmaci equivalenti (secondo il 56%) e la diffusione di dati e informazioni per provare la reale efficacia di questi medicinali. Il 56% dei cittadini concorda sul fatto che l'utilizzo più diffuso dei farmaci generici consentirebbe di ridurre la spesa sanitaria per l'acquisto dei farmaci, permettendo di risparmiare e di investire nei nuovi percorsi di cura. “Informazione e comunicazione sono due parole chiave per Teva per guardare al futuro insieme al paziente che è sempre al centro del nostro impegno quotidiano - commenta Hubert Puech d'Alissac, AD di Teva Italia - perché solo attraverso una corretta informazione il paziente può avere una maggiore consapevolezza del percorso di cura individuato insieme al proprio medico e anche del fatto che una corretta gestione delle risorse permette una reale sostenibilità del sistema salute. Teva è cosciente dell'importante ruolo che è in grado di assumere nel sistema salute, fornendo sia farmaci equivalenti, sia attraverso ricerca e sviluppo di nuove opzioni terapeutiche: farmaci innovativi ma anche nuovi dosaggi o formulazioni di farmaci già in commercio, che siano in grado di rispondere meglio alle esigenze dei pazienti aumentandone la compliance”. (MARIANNA MASCIANDARO)