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L'insostenibile peso dell'ipoglicemia

Un dramma non solo per i pazienti ma anche per le casse dello Stato. Le terapie anti-diabetiche innovative ne minimizzano la comparsa

Maria Rita Montebelli
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Ridurre la glicemia senza abbassarla a livelli pericolosi è lo scopo di tutte le terapie anti-diabetiche. Ma non sempre si riesce a far quadrare il cerchio e l'ipoglicemia, cioè l'abbassamento eccessivo dei livelli degli zuccheri nel sangue, rappresenta un pericolo sempre in agguato. Una crisi ipoglicemica è un'esperienza nella migliore delle ipotesi sgradevole per il paziente. La vista comincia ad annebbiarsi, ci si sente instabili sulle gambe, i riflessi sono appannati (le crisi ipoglicemiche possono essere causa anche di incidenti stradali o di cadute rovinose), le mani tremano, si suda freddo e il pensiero rallenta sempre di più, arricchendosi di allucinazioni. Se non si interviene subito, assumendo dello zucchero o, nelle forme più gravi, ricorrendo all'iniezione di un 'antidoto' ( il glucagone, un ormone che innalza i livelli di glicemia), la crisi può diventare sempre più grave, fino a determinare convulsioni ( il cervello che si nutre di zucchero, essendone deprivato va in sofferenza e reagisce così) o uno stato di coma, fino alla morte. "L'ipoglicemia  -spiega Francesco Giorgino, ordinario di endocrinologia all'Università di Bari e coordinatore eletto del Comitato Scientifico della Società Italiana di Diabetologia' - è un'esperienza soggettivamente molto negativa per il paziente da un punto di vista emotivo, che porta a vedere l'insulina ad esempio come un'arma a doppio taglio. Questo porta ad una sottotitolazione dell'insulina o addirittura a saltare la somministrazione, esponendo così il paziente alle complicanze di un cattivo controllo della glicemia. L'ipoglicemia naturalmente non è solo una brutta esperienza; soprattutto nel caso di episodi ripetuti può dare anche danni organici: a livello dell'apparato cardiovascolare ( ischemie, aritmie) a livello cerebrale (raddoppia il rischio di demenza nella popolazione anziana, come recentemente evidenziato da uno studio pubblicato su Jama) e, riducendo il livello di vigilanza espone l'individuo al rischio di incidenti stradali e altro." Il trattamento del diabete ha fatto passi da gigante nell'ultimo decennio in particolare, grazie all'arrivo di insuline 'intelligenti' e delle terapie basate sulle incretine. Tuttavia, in tutto il mondo, l'allarme sulle ipoglicemie resta molto alto come testimoniano anche diversi studi presentati all'ultimo congresso dell'American Diabetes Association. Uno studio americano dimostra che, mentre nelle ultime due decadi, i livelli di emoglobina glicata (un parametro che dà la misura del compenso diabetico degli ultimi tre mesi)  nei pazienti statunitensi sono diminuiti, grazie anche al trattamento intensivo della glicemia, e di conseguenza sono crollati i ricoveri per iperglicemia; al contrario, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri per crisi ipoglicemiche sono aumentati, e questo soprattutto tra i pazienti più anziani. Utilizzando i dati di Medicare Fee-For Service, relativi ai pazienti ultrasessantacinquenni, nel periodo 1999-2010 si è registrato un crollo dei ricoveri per iperglicemia ( -39,5%), mentre nello stesso periodo i ricoveri per crisi ipoglicemiche sono aumentati del 22,3%. Questi trend sono stati osservati per tutte le categorie di pazienti ma negli anziani (oltre gli 85 anni) i ricoveri per ipoglicemia sono risultati il doppio che nelle fasce d'età più giovani (65-74 anni).   Risultati coerenti anche con uno studio italiano presentato all'ADA che ha analizzato i data base di 12 ASL della Regione Puglia, nel periodo 2002-2010, individuando una popolazione di 385.527 soggetti con diabete di tipo 2 in trattamento. “In questo periodo - afferma Antonio Nicolucci, Direttore del Laboratorio di Epidemiologia Clinica, Consorzio Mario Negri Sud - sono state registrati 10.362 ricoveri per ipoglicemia, relativi a 9.021 soggetti, che hanno generato una spesa pari a oltre 31 milioni di euro (il costo medio di ogni ricovero era di circa 3.000 euro e la degenza media era di 7 giorni). Estrapolando i dati della regione Puglia all'Italia (cioè a oltre 3 milioni di persone con diabete) è possibile stimare che le ipoglicemie severe provochino una media di 15.000 ricoveri ogni anno, pari ad una spesa di 45 milioni di euro l'anno”. (LAURA MONTI)

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