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Anoressia-obesità, scoperte le cellule che regolano l'appetito

Si chiamano "taniciti" e sono una popolazione di cellule capaci di generare neuroni regolatori dello stimolo della fame

Marta Macchi
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Sono circa 24mila quelli che ogni giorno nel mondo muoiono per la fame o a causa di malattie ad essa correllate mentre, per assurdo, sono in aumento le problematiche legate ad un eccessivo accumulo di grasso: più di due miliardi di persone, infatti, sono affetti da obesità con tutti i disturbi, a volte mortali, ad essa connessi. Il pianeta moderno sbalza da un eccesso all'altro: anoressia, bulimia, cattive abitudini e severità eccessiva nell'alimentazione. Problematiche che spesso richiedono un duplice intervento sia a livello fisico che comportamentale ma che sono comunque, per diverse ragioni, di difficile soluzione. Questo perché fino ad oggi la medicina sosteneva che le cellule nervose del cervello associate alla regolazione della fame fossero generate integralmente durante lo sviluppo dell'embrione all'interno del grembo materno e quindi che il loro numero fosse fisso per tutta la durata della vita. Alcuni scienziati hanno però constatato che in realtà la fame è associata a differenti cellule che risultano invece riproducibili. Lo studio, dei ricercatori della University of East Anglia, ha appurato l'esistenza di una popolazione di cellule staminali in grado di generare nuovi neuroni regolatori dell'appetito nel cervello. Le prime ricerche, pubblicate sul Journal of Neuroscience, sono state attuate su un gruppo sperimentale di roditori di età giovane e avanzata. Questa scoperta potrebbe rappresentare una soluzione significativa, e duratura, a tutta una serie di disturbi alimentari come l'obesità o l'anoressia. Gli scienziati hanno studiato l'ipotalamo, addetto alla regolazione dei cicli di sonno e veglia ma anche del consumo energetico e  dell'appetito (oltre che della sete e di molte altre funzioni biologiche fondamentali) ed hanno attuato una serie di tecniche di "mappatura del destino genetico", metodo che permette di seguire lo sviluppo delle cellule staminali e delle cellule da esse derivate, ad intervalli di tempo desiderati, durante la vita di un animale.  I risultati hanno rivelato che una popolazione di cellule del cervello definita "taniciti" si comporta allo stesso modo delle cellule staminali riuscendo così a riprodursi.  Grazie a questa intuizione il senso dell'appetito potrà essere modificato dato che non rappresenta, come si credeva, un'eredità genetica che ci portiamo dietro dalla nascita. La speranza è che, attraverso lo studio sui taniciti, si possa giungere alla commercializzazione di farmaci in grado di normalizzare le funzionalità legate ai neuroni incaricati di regolare l'appetito.

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