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Cocaina, un raggio laser nel cervello può curare la dipendenza

Padre fermato in possesso di 32 grammi di cocaina

Il professore a capo della ricerca è italiano: "Possiamo spegnere la ricerca compulsiva della coca". Primi test sui ratti, presto sperimentazioni sull'uomo

Marta Macchi
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di Marta Macchi Potrebbe sembrare fantascienza ma è già, quasi, realtà. Presto infatti la dipendenza da cocaina potrebbe essere curata efficacemente. Questo stupefacente è una delle droghe più temute per gli effetti che procura sul cervello umano e la cui dipendenza è un rischio più che concreto soprattutto tra i più giovani. La cocaina, benzoilmetilecgonina in gergo tecnico, è uno stupefacente che agisce principalmente sul sistema nervoso. Quella che un tempo però era conosciuta come la droga per ricchi è in realtà consumata da tutti gli strati sociali:  se si conta che solo a Milano coloro che usufruiscono della polvere bianca sono superiori di 5-10 volte ai numeri registrati in Svezia, Norvegia, Finlandia, Croazia e Repubblica Ceca. In tutto, l'acquisto complessivo di cocaina in Europa è risultato di circa 356 chili al giorno, secondo le stime delle Nazioni Unite, pari quindi al 10-15%  della produzione mondiale. Un brutto vizio che lascia ben poco spazio ad una normale vita sociale, associato da molti ad una vera e propria patologia clinica data l'assunzione compulsiva , ma che da oggi potrebbe trovare una cura in termini di dipendenza. La ricerca - La tecnologia rivoluzionaria in grado di eliminare qualsiasi interesse verso la cocaina prende il nome di "optogenetica". Si tratta di nuovo studio statunitense, realizzato da Antonello Bonci, ennesimo cervello italiano scappato oltre confine che da anni lavora al National Instuitute on Drug Abuse, Nida, di Baltimora. La ricerca ha dimostrato come, stimolando una parte del cervello con una luce laser, si possa eliminare la dipendenza. Le ricerche, per ora effettuate solo sui ratti, rendono in realtà possibile anche l'effetto contrario: ossia un topo fino ad oggi non tossicodipendente può trasformarsi in un consumatore compulsivo di cocaina. I ricercatori hanno studiato una tecnica che riesce a "risvegliare" la corteccia frontale inibita dalla sostanza stupefacente, grazie ad un virus speciale che è in grado di riattivare, in modo selettivo, i neuroni della zona del cervello prescelta. Di conseguenza i neuroni addormentati si rianimano e la tendenza ad assumere droga, oltre alla ricerca in maniera compulsiva, si spegne e la dipendenza scompare. "Quando accendiamo una luce laser nella regione prelimbica della corteccia prefrontale, si spegne la ricerca compulsiva della cocaina" spiega il direttore scientifico del programma di ricerca presso il Nida, National Institutes of Health, il dottor Bonci. Questo studio comprova il ruolo nevralgico della corteccia prefrontale nella dipendenza da coca, e suggerisce "Una nuova terapia, che potrebbe essere testata immediatamente sull'uomo". In realtà, però, il sistema di terapia per quel che riguarda l'uomo non si basa sull'utilizzo di un raggio laser ma, bensì, sulla stimolazione magnetica transcranica. Metodologia già testata nella cura di altre patologie, come ad esempio la depressione. Anche Giovanni Serpelloni, capo del Dpa (Dipartimento Politiche Antidroga), con cui il professor Bonci collabora da anni, ha commentato i sorprendenti successi della scienza: "È un passo importantissimo e apre prospettive terapeutiche e di ricerca completamente nuove. La collaborazione con il Nida si sta mostrando sempre più utile e importante per i nostri malati. Trovare nuove soluzioni per ridurre le sofferenze delle persone con dipendenza e poterle reinserire nella società  è una priorità anche per la ricerca nel campo delle neuroscienze. Noi in Italia siamo all'avanguardia in questo senso e già attrezzati a eseguire studi con la stimolazione transcranica magnetica grazie ad un progetto specifico attivato dal dipartimento".

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