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I bisturi del cuore fanno scuola di efficienza

Troppi i centri di cardiochirurgia in Italia: necessario operare dei tagli. Ma con i giusti criteri

Maria Rita Montebelli
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L'attuale momento di crisi sociale ed economica, avrà ricadute, anche sostanziali, sul servizio sanitario. Ma c'è anche chi pensa, che non tutto il male venga per nuocere. “Se gestito in modo corretto – sostiene Lorenzo Menicanti, Presidente della Società Italiana di Chirurgia Cardiaca (Sicch) -  un periodo di crisi può essere un mezzo per migliorare efficienza ed efficacia di un sistema sanitario. E il decreto del ministro Balduzzi introduce criteri che vanno esattamente in questa direzione. Come Società Italiana di Cardiochirurgia – prosegue Menicanti - abbiamo sempre messo in evidenza che il numero dei centri cardiochirurgici nel nostro paese è troppo elevato. Una riduzione razionale potrebbe dunque portare ad un contenimento dei costi. Più difficile stabilire i criteri attraverso i quali operare questa riduzione; a volte infatti, centri con mortalità superiore alla media, hanno questi risultati perché trattano pazienti molto complessi, che non hanno trovato risposte terapeutiche in altre sedi”. Di certo, un criterio da tener ben presente in questo periodo di spending review e ottimizzazione delle risorse, è quello dell'appropriatezza. “A volte purtroppo – prosegue Menicanti - viene offerto al paziente un trattamento all'apparenza più ‘semplice e meno invasivo', che potrebbe però non essere ‘efficace'; fatto questo che lo pone a rischio di dover ricevere altri trattamenti in futuro, andando ad impattare così non solo sui costi, ma sulla sua stessa sopravvivenza stessa. La nostra società si mette a disposizione dunque delle Istituzioni per migliorare lo stato di salute dei cittadini che si rivolgono al sistema sanitario nazionale; abbiamo già impostato a questo proposito programmi con i governi delle differenti Regioni, con l`Istituto Superiore di Sanità, con Agenas”. Un altro strumento prezioso in un'ottica di efficienza e trasparenza è il primo Registro Nazionale italiano che raccoglie i dati delle cardiochirurgie del nostro Paese. Presentato nel corso del XXVI congresso nazionale della Sicch, questo registro consentirà di monitorare l'attività cardiochirurgica nel nostro Paese, e di fornire dunque elementi indispensabili ad una corretta programmazione amministrativa, didattica e scientifica.  "La Società Italiana di Cardiochirurgia – ricorda Piersilvio Gerometta, Segretario Nazionale della Sicch - ha tra i suoi compiti istituzionali quello di migliorare costantemente gli standard ed i risultati della nostra professione, affinché ogni paziente riceva la cura migliore. Il primo passo per avvicinarsi a questo ideale consiste nel raccogliere e nell'analizzare in modo completo i risultati clinici ottenuti. Lo scambio dei dati tra database clinici ed amministrativi permetterà così di valutare con precisione i rischi di un intervento e dunque di operare un confronto tra risultati attesi e misurati. Questo, non al fine di stilare una graduatoria tra i primi e gli ultimi della classe, ma per migliorare la qualità, allocare meglio risorse sempre più scarse ed operare interventi correttivi tempestivi laddove si reputi necessario ". (STEFANIA BELLI)

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