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Un cuore in inverno

Mantenere le buone abitudini estive (meno cibo, più attività fisica) anche nella stagione fredda giova alla salute

Maria Rita Montebelli
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Non importa se vivete in una regione caratterizzata da un clima temperato o dal freddo più pungente. Il conto l'inverno lo presenta a tutti. Ed è un conto salato, fatto di infarti e di decessi correlati alle malattie di cuore.  “Una sorpresa per certi versi – ammette Bryan Schwartz, del Good Samaritan Hospital di Los Angeles , autore dello studio presentato al congresso dell'American Heart Association – visto che abbiamo sempre pensato che fosse il freddo il principale responsabile della variazione stagionale nelle morti per infarto”. Per arrivare a questa scoperta, i ricercatori californiani hanno passato al setaccio 4 anni di certificati di morte (dal 2005 al 2008) di sette diverse regioni degli Stati Uniti (California, Texas, Arizona, Georgia, Washington, Pennsylvania, Massachusetts), estremamente diverse dal punto di vista climatico. Ebbene, in tutti questi stati la mortalità per cause cardiocircolatorie (infarti, scompenso cardiaco, ictus) in inverno aumenta invariabilmente del 26-36%, rispetto ai mesi estivi. E questa fatale tendenza stagionale appare uniforme, dal sole della California, al gelo di Boston. “Se è vero che il freddo provoca vasocostrizione e aumenta la pressione – ricorda Schwartz – la spiegazione principale per questa epidemia di malattie di cuore nella stagione invernale, sembra piuttosto essere quella che d'inverno tendiamo tutti ad abbandonare le buone abitudini della bella stagione: si mangia di più e peggio, ci si muove di meno. E' importante dunque che la gente capisca l'importanza di mantenere uno stile di vita salutare anche nei mesi invernali, se vuole avere a cuore la salute del proprio cuore”. (LAURA MONTI)

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