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La droga dell'infarto perfetto

Uno studio australiano dimostra che l'uso regolare di cocaina irrigidisce le arterie, alza la pressione e può portare a conseguenze devastanti

Maria Rita Montebelli
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L'aria delle città italiane è inquinata, e non solo di polveri sottili. Uno studio pubblicato di recente su Environmental Pollution da Angelo Cecinato e colleghi del CNR, ha infatti dimostrato che ad aleggiare nei cieli di Roma, Milano, Torino e Napoli, insieme alle nuvole di fumo di sigaretta e alle spirali di aroma del caffè, sono anche cospicue tracce di cocaina e cannabinoidi. Una notizia che può far sorridere sul momento, ma che dovrebbe piuttosto far riflettere. E preoccupare. Uno studio presentato al congresso dell' American Heart Association, in corso a Los Angeles in questi giorni,  dimostra infatti che le persone che fanno uso regolare di cocaina, hanno le arterie indurite, la pressione arteriosa più alta e le pareti del cuore più spesse di chi non si intrattiene con la polvere bianca. Gemma Figtree e i colleghi australiani autori dello studio hanno utilizzato la risonanza magnetica per ‘misurare' gli effetti della cocaina in una ventina di giovani, apparentemente in buona salute, ma utilizzatori abituali di cocaina. I risultati parlano da soli: rigidità della parete dell'aorta aumentata del 30-35%, pressione arteriosa sistolica più alta di 8 mmHg, spessore della parete del ventricolo sinistro maggiore del 18%, rispetto ai coetanei non utilizzatori di cocaina. “Da questi risultati – commenta la Figtree – la cocaina emerge come la droga dell'infarto perfetto. Ed è veramente molto triste. Al pronto soccorso, vediamo sempre più spesso dei giovani in apparente ottima salute, devastati da infarti massivi. E tutto questo per il ‘vizietto' della cocaina. Si tratta per lo più di professionisti, con un elevato grado di istruzione, ma che ignorano completamente le conseguenze dell'uso continuativo della cocaina. I risultati di questo studio suggeriscono la necessità di educare la gente sulle conseguenze a breve e lungo termine dell'abuso di questa droga. Per aiutarli ad evitare a se stessi e ai loro amici ictus e infarti, anche in giovane età”. (LAURA MONTI)

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