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UN ANGELO CUSTODE PER I BIMBI CON IL DIABETE

I microinfusori di ultima generazione, dialogano con le ‘sentinelle' della glicemia, e interrompono l'erogazione di insulina in caso di ipoglicemia.

Laura Monti
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  Si chiamano microinfusori e per molti giovani con il diabete sono una vera svolta nella vita. Disponibili già da diversi di anni, quelli di ultima generazione stanno facendo passi da gigante verso il sogno di tutti: quello del pancreas artificiale. Ma intanto i primi successi sono stati già messi a segno. La regolazione dei livelli di zuccheri (glicemia) nel sangue sono affidati ad un organo silenzioso, il pancreas, capace di ‘sentire' la concentrazione della glicemia e di correre ai ripari, rilasciando l'insulina, in caso di iperglicemia, cioè di livelli troppo alti. Le persone con diabete di tipo 1, che può esordire anche da bambini (in alcuni casi da neonati), sopravvivono proprio grazie alla somministrazione, più volte al giorno, di insulina in iniezioni sottocutanee. L'alternativa alle tante iniezioni al giorno, sono i microinfusori, “apparecchietti grandi come un piccolo cellulare – spiega Raffaella Buzzetti, Direttore UOC Diabetologia, Ospedale ‘Santa Maria Goretti' di Latina e Professore di Endocrinologia, Università ‘La Sapienza' di Roma - che contengono un serbatoio di insulina e un piccolo sistema computerizzato che rilascia insulina, attraverso una cannulina applicata nel sottocute, in maniera continua 24 ore al giorno”. Da qualche tempo, il microinfusore non lavora più da solo, ma in tandem con un ‘sensore', un apparecchietto grande come una chiavetta USB che ‘sente' i livelli di glicemia attraverso una cannulina, anch'essa inserita nel tessuto sottocutaneo. Il sensore evita al paziente di pungersi il dito 5-6 volte al giorno per controllare i livelli di glicemia, perché li registra di continuo (alla fine del giorno fa 240 misurazioni). I sensori di ultima generazione, sono in grado di ‘avvertire' il microinfusore (attraverso una connessione wi-fi), quando i livelli di glicemia sono troppo bassi e così facendo, ne interrompono il funzionamento, cioè l'erogazione di insulina per circa 2 ore. Questo evita al paziente la spiacevolissima esperienza di una crisi ipoglicemica, che può essere particolarmente pericolosa quando si verifica durante il sonno. Questa funzione, che si chiama ‘low glucose suspend' (LGS), cioè sospensione dell'erogazione di insulina per glicemia bassa, è disponibile nei microinfusori di ultima generazione, come il Medtronic Paradigm Veo. “L'identikit del paziente ‘ideale' da trattare con microinfusore – spiega Andrea Scaramuzza, Responsabile Servizio di Diabetologia e Malattie del Metabolismo, Clinica Pediatrica dell'Università degli Studi di Milano, Ospedale ‘Luigi Sacco' - è quello che presenta spesso crisi ipoglicemiche, o che non si riesce a compensare bene con la terapia iniettiva (che ha cioè una emoglobina glicata superiore a 8,5), quello che ha un fabbisogno insulinico molto basso (meno di 20 unità al giorno), le persone che fanno pasti irregolari o che viaggiano molto, i bambini sotto i 12 anni”.  Negli Stati Uniti, almeno il 35% di persone con diabete di tipo 1 è trattato con il microinfusore; in Italia siamo appena al 10-15%. “In questo momento di spending review purtoppo – afferma Francesco Conti,  Direttore Public Affairs di Medtronic Italia SpA - l'innovazione al servizio della salute dei pazienti, è limitata ad una serie di ospedali ‘eletti'. Per tutti gli altri, vale solo la logica del prezzo più basso”. Con buona pace del benessere delle persone con diabete.      

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