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Roma, Marino (Pd) in una piazza San Giovanni non piena. Epifani: "Colpa dello sciopero"

Giulio Bucchi
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"Oggi possiamo dire che ci siamo ripresi la piazza". La piazza invocata dal segretario del Pd del Lazio Enrico Gasbarra è quella di San Giovanni, storico teatro delle manifestazioni di sinistra (ad esempio, il concertone del Primo maggio) "violato" da Beppe Grillo a febbraio, quando alla vigilia delle elezioni politiche la occupò con decine di migliaia di simpatizzanti grillini (il comico diceva 800mila. Troppi, ma...). Quella piazza ora ospita l'ultimo comizio del candidato del Partito democratico alle Comunali della Capitale, Ignazio Marino. E l'entusiasmo, anticipato da Gasbarra, non l'ha accompagnato. Spazi vuoti, poco "calore" tra il pubblico, pochissima fiducia: è l'immagine perfetta della sinistra capitolina, dilaniata da un'erosione interna che ha portato, di fatto, a tre candidati paralleli: l'organico Marino, l'autonomo Alfio Marchini e il grillino Marcello De Vito (che chiuderà con Grillo in piazza del Popolo). Un'accoglienza decisamente al di sotto delle aspettative che ha fatto storcere il naso ai vertici democratici. Non a caso, quando al segretario Guglielmo Epifani chiedono se si sia pentito di aver scelto l'ingombrante piazza San Giovanni per questa "vetrina", l'ex numero uno Cgil replica stizzito: "No. C'è stato oggi lo sciopero dei mezzi pubblici, oltre  alle solite difficoltà", ha risposto a chi gli faceva notare il poco brillante colpo d'occhio. E quelle solite difficoltà sono tutto un programma. Il rischio, per il Pd, è che si ripresentino anche alle urne, domenica e lunedì.  "Onestà, pulizia, cambiamento" - E Marino? Sul palco, tra una canzone e l'altra (ospiti i Velvet, Silvia Salemi, Nicola Piovani), il medico e candidato sindaco prova a scaldare il pubblico con qualche siparietto con il comico Dario Vergassola. Ma Marino non è Serena Dandini, e ridono in pochi. Meglio puntare su qualche parola-chiave e sperare che gli elettori si fidino. Una di queste parole chiave è "cambiamento": "Negli ultimi cinque anni c'è stata un'amministrazione comunale cupa, chiusa in se stessa, che ha premiato solo gli amici. E' venuto il momento di dire basta, di far sentire in Campidoglio la voce di una città pulita, onesta, che ha voglia di cambiare Roma". Marino cavalca l'onda della Parentopoli laziale: "Porteremo trasparenza, onesà e cultura del medico, tutte cose mancate nella palude di Alemanno. La giunta ha il dovere di essere pulita, chiara e trasparente, e di rendere conto ai cittadini di quello che fa". "Se vinciamo - ha promesso - con il presidente della Regione Nicola Zingaretti faremo un bando annuale, con fondi europei, per un assegno da 500 euro al mese per 10mila giovani tra i 18 e i 29 anni, che abbiano deciso di investire su se stessi". Giovani che, a San Giovanni, non erano certo la parte maggioritaria della platea democratica. 

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