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Per riscattare le case in affitto Enasarcodevi pagarle al prezzo di mercato

Una protesta degli inquilini dell'Enasarco

Per la dismissione del patrimonio immobiliare, l'ente ignora di applicare i coefficienti abitativi di edilizia popolare: costi alle stelle per edifici fatiscenti

Nicoletta Orlandi Posti
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Anziani e famiglie disagiate strozzati da Enasarco, che vende le case agli inquilini al doppio del loro valore. L'emergenza abitativa nella Capitale è diventato un business, in cui ad arricchirsi è solo l'ente pubblico, che in tutta la città possiede 17.600 immobili. Case date in "affitto" con la possibilità per i locatari di riscattare gli appartamenti purché in regola con i pagamenti. I mutui sono a condizioni agevolate e il prezzo dei complessi immobiliari sono determinati sia dalla localizzazione sia dallo stato di manutenzione. Il problema, secondo quanto hanno scoperto gli inquilini che si sono rivolti agli avvocati, è che l'Enasarco applicherebbe delle cifre spropositate rispetto al valore reale della casa. Un escamotage che viene messo in atto sostituendo le quotazioni di mercato dell'agenzia del territorio del 2008, quando è stato stipulato l'accordo tra l'ente e gli affittuari, con quelle commerciali, che fanno lievitare il prezzo al doppio di quanto realmente dovuto. Così facendo Enasarco offre case che su carta dovrebbero essere "popolari" al costo di quelle vendute dalle agenzie immobiliari.  Gli affittuari sono dunque sul piede di guerra e hanno commissionato una serie di accertamenti a periti e architetti. I risultati delle analisi sugli immobili darebbero ragione agli inquilini. Tra le tante quella stilata nell'ottobre scorso dall'architetto Silvana Pasquali che, dopo una serie di sopralluoghi e verifiche tecniche sui complessi di via Prati Fiscali 255/271, è arrivata alla conclusione che il prezzo congruo per un appartamento di circa 88 metri quadri è di 153.473,32 euro, con un valore medio al metro quadro di 3.833 euro. Invece gli affittuari si trovano a pagare per la stessa casa il doppio, perché l'Ente “dimentica” di applicare i coefficienti abitativi di edilizia popolare, che in realtà abbasserebbero il valore degli immobili. Nei mesi scorsi sono fioccate le polemiche e gli inquilini hanno messo in atto una serie di proteste che sono culminate nella mancata accettazione del rinnovo dei contratti di affitto "che vanno da un minimo dell'80 % fino ad arrivare anche al 300% dei canoni pagati. E' una situazione insostenibile, ci stanno costringendo a dover lasciare la casa, perché non riusciamo a pagare questi canoni così elevati", ha spiegato una signora che vive con la famiglia nel complesso di via dei Prati Fiscali. "Chiediamo di bloccare le dismissioni", ha aggiunto uno dei portavoce degli inquilini , perché "gli appartamenti non valgono quello che ci stanno proponendo di pagare: abbiamo fatto fare due perizie che confermano che valgono la metà, visto anche il loro dissesto", ha precisato. "E' davvero grave che Enasarco “dimentichi” di usare i coefficienti per l'edilizia agevolata", ha commentato il presidente della Commissione speciale Roma Capitale Pierluigi Fioretti, che ha la delega per l'attuazione degli strumenti connessi ai piani di edilizia economica e popolare. "Nei giorni scorsi ho incontrato gli operatori della 167 e abbiamo deciso di mettere in atto interventi per dare supporto agli inquilini che si trovano davanti a questo grave problema", ha aggiunto. Sulla questione è intervenuto personalmente anche il sindaco Gianni Alemanno, che il mese scorso ha svolto una serie di sopralluoghi nelle palazzine di Enasarco e si è intrattenuto con i condomini per ascoltare le richieste. Il sindaco ha sottolineato che "l'unica soluzione è una proposta di legge che abbiamo presentato, e sulla quale il governo Monti non ci ha ascoltato, che riproporremo per riportare queste dismissioni in una logica sociale". R.C.

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