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Roma, il Pd rischia il flop alle primarie,sei candidati per un posto da sindacoed è guerra civile tra Sassoli e Marino

Correnti e correnticchie che si sfidano domenica 7 aprile per la scelta del candidato dem al Campidoglio. C'è preoccupazione, a votare andranno in pochissimi. La lezione non è servita

Ignazio Stagno
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Mentre a Roma si discute Sagunto viene espugnata, dicevano i latini. Ma qui ad essere espugnata è Roma stessa. Il Pd non ha imparato ancora la lezione dalle ultime politiche: le primarie indeboliscono il partito. Così i democratici perseverano e nella corsa al Campidoglio preparano per domenica 7 aprile un primarie-day con ben sei candidati per la poltrona di sindaco. Ma secondo le voci del Pd romano, questa volta le primarie rischiano di essere un mega flop, una sterile consultazione tra correntine di partito che si azzannano per avere un posto al sole. Per fare chiarezza: essere chiamati a pronunciarsi su chi debba essere il segretario di un partito e quindi quale debba essere la politica di quel partito è un'offerta democratica da raccogliere. Essere chiamati a dirimere lo scontro tra sei correnticchie del partito è un disturbo da ignorare. In largo del Nazareno sono preoccupati: l'obiettivo è fissato dal Pd a quota 100mila elettori, compresi i ragazzi a partire dai 16 anni che per la prima volta potranno votare. Ma le previsioni sono nere. Regolamento di conti (tra nanetti) -  Manca un candidato forte. Qualche mese fa si faceva il nome di Nicola Zingaretti, ma dopo la bufera Fiorito e il voto alle regionali, l'ex presidente della provincia s'è preso la Pisana e ha lasciato un bel grattacapo al Pd che non sa a chi affidare la partita per il Campidoglio. Così le candidature sono spuntate come funghi fino a diventare troppe e in radicale conflitto tra loro. David Sassoli e Ignazio Marino si beccano un giorno sì e l'altro pure. Marino continua ad attaccare l'ex giornalista del Tg1 accusandolo di aver "imbrattato Roma" con i manifesti abusivi. Lui si difende: "Ai nostri volontari è stato dettodi affiggerli solo nei luoghi consentiti. In caso di errori, siamo pronti a darne conto". "Affissioni a sua insaputa: è come Scajola", ribatte l'altro. Poi ci sono le alleanze, l'altro grande tema di scontro, con Gentiloni e Sassoli che se la prendono con Marino. Insomma un regolamento di conti che può annunciare un flop per domenica. La gente del Pd delle primarie non ne può più. (I.S.)

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