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Ora anche lei suggerisce al Pd di governare con gli "impresentabili" Pdl

Alfano e Annunziata

Bersani dopo il "no" di Crimi e Lombardi è costretto a governare grazie al voto di alcuni senatori poco graditi a sinistra. Altrimenti per lui è finita

Ignazio Stagno
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Pier Luigi Bersani ormai è alla frutta. Testardamente ha voluto tenere dritta la barra e non cedere all'apertura del Pdl per un governo di larghe intese. Il segretario ha optato per una tattica kamikaze che nel mondo dei sogni prevedeva la spaccatura del Movimento Cinque Stelle al momento del voto di fiducia in aula. E invece le cose stanno in maniera diversa. Dopo il doppio schiaffo ricevuto da Roberta Lombardi e da Vito Crimi, l'unica via possibile perchè i democratici arrivino a palazzo Chigi passa per forza dal Pdl e dal centrodestra. I radical chic democratici storcono il naso davanto ad alcuni nomi che potrebbero, con il loro voto, fare da stampella al governo Bersani. Lucia Annunziata li ha definiti in modo poco elegante e irrispettoso come "impresentabili". Eppure ora, sul sito dell'Huffington Post da lei diretto, compare un articolo: "A Bersani non resta che il Cav". Insomma, anche l'Annunziata pare aver cambiato idea. Sull'Huffpost si spiega, numeri alla mano, che per la formazione del centrodestra non esistono altre strade possibili.  Ecco gli impresentabili - Per la formazione di una maggioranza si ipotizza l'appoggio del gruppo Gal al Pd. Si tratta di uomini di centrodestra, cinque di Grande Sud e Movimento per le Autonomie di Gianfranco Miccichè e Raffaele Lombardo. L'ex ministro dello Sviluppo nel governo Berlusconi III assicura: "Faremo quel che ci dice il Cavaliere". All'orizzonte c'è un accordo politico "laterale", con il Gal che vota compatto la fiducia e la Lega Nord che esce dall'aula e l'appoggio, non esplicito, di Berlusconi e del Pdl. Fantapolitica, al momento. Ma scenari più plausibili se Bersani fallisse al primo giro. Poi non bisogna dimenticare le parole di Domenico Scilipoti, altro senatore "chiave" del Pdl. Pochi giorni fa aveva detto: "Bersani si è infilato in una strada senza via d'uscita, o cambia atteggiamento o sarà l'unico responsabile del dissesto del nostro Paese, e dovrà spiegare agli italiani il motivo per il quale pur di non aprire un confronto con il Pdl preferisce portarci al fallimento. In questo momento in Italia –conclude - ci sono milioni di famiglie e di piccole e medie imprese in difficoltà che chiedono un atto di responsabilità alla politica che conduca il Paese fuori da questo momento di grave difficoltà, il segretario del Pd mostri, per una volta, di aver a cuore gli interessi del Paese invece che gli interessi di partito". Prove di intesa -  Insomma un esplicito endorsement ad un esecutivo di garnde coalizone con nomi e punti programmatici che tengano conto anche del peso politico del Pdl. Insomma c'è un paradosso di mezzo. Bersani potrà governare con quei voti di qugli "impresentabili" che tanto ha criticato. E prova ne è  il fatto che alla Camera il Pd ha concesso al Pdl la presidenza di una commisisone per le riforme guidata da Angelino Alfano. La trattativa si gioca anche sui nomi per il Colle e su un elenco condiviso di provvedimenti economici con un calendario già stabilito per le votazioni in aula. Bersani deve decidere in fretta. Ma gli "impresentabili" hanno già vinto. 

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