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I disegni dell'architetto Daniel Libeskind in mostra a Roma

L'esposizione riunisce 52 disegni risalenti a otto diversi progetti, dal Museo Ebraico di Berlino al Master Plan di Ground Zero. Poi farà tappa anche a: Torino e Milano

Marta Macchi
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Quando l'arte, qualsiasi essa sia, si scontra con il genio ciò che ne scaturisce non può essere altro che un big bang emozionale. Questo è quello che proviamo di fronte ai colori di un quadro, alle note di una musica, a un corpo che danza o ad un edificio che si erge potente sopra di noi. L'americano Daniel Libeskind, uno tra i più famosi architetti al mondo noto per essere capofila del movimento conosciuto come decostruttivismo, trasmette la forza della creazione  nelle sue opere architettoniche. Ce lo ricorda con una mostra, dal titolo "Daniel Libeskind Never Say the Eye is Rigid: Architectural Drawings", disegni architettonici di Daniel Libeskind, che verrà inaugurata lunedì 11 marzo a Roma presso la Ermanno Tedeschi Gallery. L'atto creativo - Nel suo memoriale “Breakind Ground: Adventures in Life and  Architecture”, Libeskind illustra l'importanza della mano che gentilmente si posa sul foglio divenendo idea e creazione: "L'atto fisico di disegnare con una mano è una parte importantissima del processo architettonico. Un architetto ha bisogno di sapere come disegnare, senza una connessione tra occhio, mano e mente, il disegno dell'edificio perderebbe l'anima umana che lo caratterizza e diventerebbe esercizio astratto. Sostengo inoltre che solo disegnando, gli architetti raggiungono i cosiddetti momenti Proustiani, quegli istanti in cui accidentalmente inciampano in pietre della mente, innescando ricordi che magicamente sbloccano quelle visioni che conducono alla vera arte". L'esposizione - Il progetto culturale di portare i disegni di Libenskind in Italia nasce dalla partecipazione dell'architetto con il gallerista Ermanno Tedeschi e grazie allo sponsor ufficiale Mapei (azienda leader nei prodotti per l'edilizia). La mostra che sarà aperta al pubblico della Capitale fino al 30 aprile, riunisce 52 disegni del'architetto risalenti agli otto diversi progetti di Libeskind realizzati per la Germania, l'Italia, la Polonia, l'America e l'Inghilterra. All'interno dell'esposizione anche i bozzetti delle due grandi opere che lo hanno reso dominante nel panorama architettonico universale: il Museo Ebraico di Berlino e il Master Plan di Ground Zero. I disegni, uniti dalla connessione tra idee filosofiche e caratteristiche estetiche, si snodano su più stili: dal classico disegno a linea fino agli intensi colori ad acquarello e agli schizzi a mano libera. Il sottile filo rosso della  personale è l'interiorità propria dell'autore, le sue memorie, il ricordo di sua madre, di cui Libeskind rimembra le parole: "E quindi vuoi diventare un'artista? Vuoi finire affamato in una soffitta da qualche parte? Diventa un architetto. L'architettura è un mercato e una forma d'arte. Tu puoi sempre fare dell'arte nell'architettura, ma non puoi fare architettura nell'arte". L'esposizione che dopo Roma si sposterà a Torino, Milano, Israele e Tel Aviv concluderà il suo viaggio con il ritorno a New York per una mostra complessiva.  

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