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Roma, i tre motivi per cui Papa Francesco ha "silurato" il sindaco Ignazio Marino

Leonardo Cavallo
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"Io non ho invitato il sindaco Marino, chiaro? Ho chiesto agli organizzatori e neanche loro lo hanno invitato. Si professa cattolico: è venuto spontaneamente". Le parole di papa Francesco hanno fatto molto rumore negli ultimi giorni. Da più parti è stata notata una certa perentorietà nel suo tono, e quell'espressione "si professa" è suonata stranamente velenosa. Che cosa potrebbe avere incrinato i rapporti tra il Santo Padre e il primo cittadino di Roma? Sfruttato dal sindaco - Caduto vittima di uno scherzo telefonico de La zanzara, il vescovo Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha detto: "Secondo me lui (il sindaco Marino, ndr) ha brigato e ha sfruttato la situazione. E questo fa imbestialire. Il Papa era furibondo". A metà settembre, durante un'intervista radiofonica all'emittente argentina Fm Milenium, il Santo Padre ha espresso il dispiacere di "sentirsi usato" da chi usa una millantata amicizia con lui per il proprio tornaconto personale. Inutile sottolineare come il viaggio americano di Marino "a scorta" del Pontefice sia stato considerato in Vaticano un indebito auto-spot del sindaco, che avrebbe cercato di sfruttare la pubblicità dell'evento storico per riconquistare visibilità positiva dopo troppi scandali. Giubileo - Tra 68 giorni a Roma inizierà il Giubileo della Misericordia e c'è chi ipotizza l'arrivo di 30 milioni di pellegrini durante l'evento. La capitale deve fare i conti con la difficile situazione dei trasporti e della mobilità, e la richiesta di un percorso senza ambulanti per i pellegrini al momento è stata inascoltata. Logico pensare che gli eventuali contrasti con un Comune in evidente stato confusionale (scandali di Mafia Capitale e Casamonica, metropolitana a pezzi, poltrone che cambiano ogni mese) possano influenzare e non poco la credibilità del Sindaco presso il suo interlocutore più importante. No, non Palazzo Chigi ma la Santa Sede. Unioni civili - Forse, il motivo più profondo di quel "si professa cattolico" è da ricercare nella decisione di Marino di istituire il registro delle unioni civili, da lui salutato come "il segnale che a Roma l'amore è uguale per tutti". Quella volta il Papa aveva scelto il silenzio, e il disappunto della Chiesa era stato espresso dal cardinale Vallini, che aveva parlato di "una forzatura giuridica, frutto di miopia politica". Il conto, forse, è stato presentato in mondovisione.

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