Roma, l'avviso in metrò: "Sarete derubati"
Nella metropolitana di Roma si è accolti da altoparlanti che avvertono: fate attenzione, sono presenti molti borseggiatori. Per sicurezza ripetono il messaggio anche in inglese, in modo che non sfugga ai turisti. Della serie: noi ve lo avevamo detto. Grazie, e poi? Ti guardi attorno e cerchi una divisa, carabinieri o poliziotti. Nessuno. Se mi capita d'essere borseggiato e, grazie all'annuncio che mi ha messo in allerta, di accorgermene, che faccio: accoltello il ladro? gli sparo? o gli propongo di accompagnarmi a fare la denuncia? Intanto, mentre sei in cammino verso i treni, valuti gli effetti del messaggio: chi avverte la donna vicina di non lasciar pendere dietro la borsa; chi, istintivamente, controlla che il portafogli sia ancora al suo posto; chi, romano di sicuro, ghigna. E, in effetti, quest'ultima reazione è la più sensata. La metropolitana di Roma è gestita da una municipalizzata, l'Atac. I vertici sono nominati dalla politica. Fa capo al settore pubblico, lo stesso pubblico, lo stesso Stato, nelle sue articolazioni, cui pago fior di tributi anche per essere protetto e affinché i delinquenti siano assicurati alle patrie galere. Non ha senso che cotanto apparato pubblico si senta scaricato dalle sue responsabilità, o addirittura meritevole di un encomio, per avere preso l'iniziativa di una coraggiosa iniziativa: avvisare le potenziali vittime che si trovano al fianco di possibili ladri. Arrestateli. Se lo sapete, arrestateli. Potrei capire avvisi così concepiti: siccome abbiamo rilevato che ci sono molti borseggiatori, vi avvertiamo che è stato istituito un posto di sicurezza in ogni stazione, sicché, se vi capita di subire un furto, segnalatelo subito. Qualche cosa, insomma, che presupponga l'esistenza di uno Stato e del suo dovere di far valere la legalità. Ma il solo dire: «Occhio, che ti derubano», è un segno di disfacimento operativo e di decomposizione morale. Si dovrebbe risalire la catena di comando e stabilire come una cosa del genere sia stata possibile. Anzi, invitiamo chi dirige Metropolitana di Roma a non far finta di non avere letto e di rispondere: chi ha concepito quel messaggio e chi ha deciso di mandarlo nelle orecchie e nelle coscienze dei cittadini? Perché, chiunque sia, individuo o organo collegiale, deve farci sapere se prima ha provato a chiedere alle forze dell'ordine di pattugliare le stazioni, o se ha prima pensato, e perché scartato, di mettere tutto sotto sorveglianza video, come avviene a Londra. Cosa che non evita il borseggio, ma rende assai probabile l'individuazione e la condanna del colpevole, potentemente disincentivandolo. Noi vogliamo sapere se la decisione è stata presa da un insensibile, o se si tratta di un dirigente lasciato solo da chi è preposto alla sicurezza dei cittadini, nel qual caso vorremmo vedere le risposte della questura e del comando. Ripeto un concetto, molto spesso dimenticato: io cittadino pago per quel servizio, non è gratis. Sborso soldi veri, a fronte dei quali non posso accontentarmi di annunci fatui. La sicurezza non è un gesto di benevola protezione statale, ma un servizio costoso e pagato, essendo incapace del quale uno Stato perde legittimità e credibilità. L'avviso metropolitano aumenta le paure collettive e non aiuta in nessun modo a interdire il lavoro dei ladri. È un errore del quale qualcuno deve rispondere. Altrimenti, alla prossima scadenza fiscale, appendiamo un cartello fuori dai nostri posti di lavoro e dalle nostre case: attenzione, sono in aumento gli evasori fiscali. Quando verranno a contestarci i mancati pagamenti risponderemo: ma come, avevamo anche avuto la cortesia di avvertire. di Davide Giacalone www.davidegiacalone.it @DavideGiac