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Arrestato l'ex capugruppo del Pdl Fiorito

Nicoletta Orlandi Posti
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Pericolo di fuga e inquinamento delle prove. C'è scritto nell'ordinanza di custodia cautelare con la quale viene contestato all'ex capogruppo del Pdl, Franco Fiorito, il reato di peculato in relazione all'utilizzo dei fondi del partito ai fini personali: si sarebbe appropriato di una somma che si aggira intorno al milione e 300mila euro. All'alba per lui sono scattate le manette. A mettergliele sono stati i militari del del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, che in queste ultime settimane si sono concentrati sullo studio dei conti del Pdl. Le Fiamme gialle stanno anche eseguendo una serie di perquisizioni nelle abitazioni dell'ex capogruppo del Pdl alla Pisana: secondo le prime indscrezioni, sarebbero state rinvenute fatture nel tritacarte di Fiorito. Sprezzante il commento del consigliere regionale dopo l'arresto: "In carcere troverò persone migliori di quelle che ci sono nel Pdl". Interrogatorio - Er Batman dopo era stato sottoposto a un lungo interrogatorio, cinque ore, era stato iscritto nel registro degli indagati della procura della Repubblica di Viterbo. Con lui risultano indagati per diffusione di documenti falsi anche quadri del Pdl del Lazio, componenti del coordinamento regionale. Chi diffuse insomma con Fiorito le fatture gonfiate per screditare alcuni consiglieri. Le copie delle fatture taroccate, poi distribuite alla stampa, furono fotocopiate nell'ufficio del coordinatore, Vincenzo Piso, in via dell'Anima, così almeno ha raccontato Fiorito al pm. La distribuzione dei documenti contabili alla stampa fu decisa in una riunione il 12 settembre scorso, nell'intento di avviare una sorta di "operazione pulizia" e denunciare i consiglieri spreconi.   Il racconto - Fiorito ha anche raccontato che il 18 agosto scorso, nel pieno delle scontro sulla sua sostituzione alla guida del gruppo, quando lo scandalo dei fondi ancora non era esploso, il suo successore Battistoni, si presentò alla sua segretaria e le intimò di aprile l'ufficio. Con lui c'erano il suo commercialista di fiducia e il suo avvocato. "Sono il nuovo capogruppo, ho diritto ad entrare", disse Battistoni sottolineando che Fiorito ancora non aveva provveduto al passaggio delle consegne. La segretaria lo fece entrare. I tre restarono nell'ufficio alcune ore e uscirono con due faldoni. Anche questo particolare sarà approfondito dagli inquirenti. Il precedente - L'ex capogruppo Pdl era stato già interrogato per oltre quattro ore il 23 settembre scorso, in veste di testimone, in merito a una denuncia per diffamazione presentata da Battistoni contro il giornalista Paolo Gianlorenzo, ex direttore dell'Opionione di Viterbo, che il 14 settembre su un sito internet aveva pubblicato i Pdf delle fatture, definite "evidentemente e grossolanamente contraffate" dal procuratore capo Alberto Pazienti. Fiorito negò di aver consegnato il dossier a Gianlorenzo e, soprattutto, dichiarò che i documenti in suo possesso, consegnati alla procura della Repubblica di Roma, dove è indagato per peculato, sono assolutamente autentici e le cifre indicate sulle fatture corrispondono a quelle effettivamente liquidate dal gruppo Pdl. Concetto che ha ribadito anche durante l'interrogatorio di ieri. Evidentemente, però, gli inquirenti non gli hanno creduto, tanto che lo hanno indagato per calunnia e falso e oggi lo hanno fatto arrestare.  

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