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Accordo tra i partiti: arrivano subito altri soldi

Pdl, Pd e Udc trovano l'intesa su trasparenza e controllo dei bilanci. Ma poi rispunta la legge mancia per le amministrative

Giulio Bucchi
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Un intervento sulla trasparenza e i controlli dei bilanci subito. Poi, in un secondo tempo, l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione sulla democrazia interna. È questa la road map scelta dalla maggioranza per tenere fede alla promessa di fare «presto, prestissimo e bene» sui soldi ai partiti dopo gli scandali che hanno colpito Margherita (Luigi Lusi) e Lega (Francesco Belsito). Tutto questo mentre in commissione Bilancio della Camera rispunta la “legge mancia”, che assicura finanziamenti a pioggia - stanziati in Finanziaria - nei territori di provenienza dei parlamentari su loro indicazione: 40 milioni per il 2011 e 100 milioni tra il 2012 e il 2013. Fatto sta che il giro di vite sui partiti, per Pdl, Pd e Udc, dovrebbe avere tempi stretti. Oggi i tecnici della maggioranza metteranno a punto le proposte, domani il pacchetto sarà presentato alle altre forze parlamentari. La strada per far marciare speditamente il provvedimento, una volta escluso l'intervento del governo per decreto, sarà l'esame in commissione convocata in sede legislativa. L'intenzione è quella di approvare la legge in un ramo del Parlamento entro il primo turno delle Amministrative (6 maggio). Il testo sarà composto di pochi articoli, al massimo una mezza dozzina. Con questi punti all'ordine del giorno: rafforzamento del meccanismo dei controlli; obbligo della pubblicazione dei documenti su Internet; riduzione della soglia di donazioni private al di sotto della quale sarà possibile mantenere l'anonimato; sanzioni più stringenti per chi sgarra. A certificare i bilanci potrebbe essere la Corte dei Conti, che ieri per bocca di Angelo Buscema, presidente dell'associazione dei magistrati contabili, si è detta disponibile: «Questa esigenza di trasparenza e chiarezza può essere garantita dalla Corte dei Conti, che da 150 anni svolge questo tipo di controlli». La cifra oltre la quale scatterebbe l'obbligo di rivelare l'identità del donatore, oggi fissata a 50mila euro, dovrebbe scendere a meno di 5mila euro. Il Pdl, con Osvaldo Napoli, rilancia anche l'introduzione di un «meccanismo simile al 5 per mille» basato sulla «libera volontà del contribuente». I nodi più difficili da sciogliere sono quelli dei rimborsi elettorali e delle regole interne ai partiti. Su questo non c'è accordo: il Pd vorrebbe una legge più ampia, in grado di imporre, come spiega il segretario Pier Luigi Bersani, anche «democrazia interna e codici etici». Il Pdl, invece, preferirebbe affrontare i temi più urgenti rinviando tutto il resto anche per non incorrere nella tagliola dell'incostituzionalità. «Vanno introdotti immediati, severi controlli», circoscrive l'intervento Maurizio Gasparri. Il capogruppo del Pdl al Senato liquida così l'attivismo di Bersani: «I suoi bilanci li certificava Penati...». di Tommaso Montesano

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