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E scambia Milano per New York: "Quotatevi tutti quanti in Borsa"

Monti a Piazza Affari: "Servono più società quotate. Darebbero un contributo fondamentale alla crescita del Paese"

Andrea Tempestini
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Mister mercato, l'uomo delle banche, il premier tecnico elogiato a tutte le latitudini del globo, Mario Monti, pensa alla Borsa. Nel corso del tour negli Stati Uniti, al premier, dev'essere rimasto impresso il toro di Wall Street, che ha incontrato nel corso della visita alla mecca del trading mondiale: un chiodo fisso. E oggi, lunedì 20 febbraio, Monti replicava in Italia: una visita nella sede della Borsa italiana per incontrare la Comunità finanziaria. Nel corso della consueta conferenza stampa fiume (il professore ormai ci ha abiutato...) Monti ha snocciolato anche un'ipotetica soluzione alla crisi delle piccole e medie imprese: "Una Borsa con un numero elevato di società quotate può dare un contributo fondamentale alla crescita economica del Paese". Il prof ha spiegato che, in Italia, è sensibilmente inferiore il numero delle società che si misurano con il mercato borsistico. Monti fa l'americano. Il prof sogna che l'indice Ftse Mib si trasformi nel Dow Jones, vorrebbe portare un toro anche a Piazza Affari, vorrebbe trasformare Milano in New York. E d'altronde, aprendo la conferenza stampa, lo aveva spiegato: "Le visite alla Borsa di New York e Londra sono state un allenamento all'incontro di oggi a Piazza Affari. Sono stati passaggi piacevoli, interessanti e speriamo utili per l'Italia". Insomma, le imprese italiane traggano esempio da Usa e Regno Unito: quotatevi, quotiamoci tutti, anche se non ci sono i soldi per arrivare a fine mese e lo Stato continua a non saldare i suoi debiti.

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