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Va in scena la sfilata degli ipocriti

Fini e Casini alla camera ardente di Scalfaro. Ma diciassette anni fa parlavano di "ribaltone" e di "governo del presidente"

Matteo Legnani
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E meno male che stamattina, presentandosi alla camera ardente, Pierferdinando Casini ha spiegato che «all'ipocrisia preferisco il silenzio: manifestazioni ipocrite sarebbero ben peggio di un dignitoso silenzio» per commentare le assenze di tanti esponenti del Pdl e il silenzio dello stesso Silvio Berlusconi. Perchè, quanto a ipocrisia, sulla scomparsa dell'ex presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro, non si è certo risparmiato, nelle ultime ore. "E' stato un uomo coerente, ha sempre difeso il Parlamento e la sua centralità istituzionale, gli italiani devono un grande rispetto a questa figura che è stata un importante presidio democratico cristiano" ha detto. Lo stesso Casini che nel 1994, dopo il ribaltone orchestrato dal Capo dello Stato la vedeva così: "Il voto del 27 marzo ha stabilito che Berlusconi ha vinto e il Pd ha perso. E invece ora, a tavolino, si è deciso il contrario. Questo è un ribaltone mascherato, si doveva andare a elezioni". Stesso dietrofront da parte di Gianfranco Fini, per il quale Scalfaro "si è semore battuto per un'Italia più forte, democratica e unita. Scompare un padre della Repubblica". Lo stesso Fini che nel '92, da leader dell'Msi non voleva Scalfaro al Quirinale perchè "è il simbolo della conservazione, la vestale di un sistema". E nel '95 parlava di golpe e incolpava il Colle di non aver rispettato i patti. Anche il luogotenente futurista di Fini, Italo Bocchino, ha fatto un bel salto mortale: "Sicuramente nel 1994 forzò la mano e favorì la nascita del governo Dini che non aveva consenso nè all'interno del Parlamento nè del Paese. Ma quello che all'epoca ci sembrò uno strappo fortissimo, visto oggi dopo 15 anni di berlusconismo e delle sue distorsioni ci fa dire che Scalfaro aveva ragione".

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