Cerca
Cerca
+

La Consulta ignora 2 mln di italiani

Cosa chiedevano i due quesiti bocciati e che cosa accadrà adesso. Le ragioni del 'no'

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

La Corte Costituzionale era chiamata a decidere sull'ammissibilità dei referendum abrogativi della legge elettorale: i quesiti sono stati ritenuti inammissibili. La Consulta ha verificato le condizioni di chiarezza, omogeneità e non contraddittorietà dei quesiti e la matrice unitaria della richiesta. Nella mattinata di giovedì 12 dicembre gli avvocati del comitato promotore hanno esposto le loro conclusioni sostenendo l'ammissibilità dei quesiti, ma i 15 giudici che compongono la Corte Costituzionale non hanno accolto le loro ragioni e quelle dei due milioni di italiani che avevano firmato per ottenere la consultazione. Richiesta di abrogazione - I quesiti bocciati sono due. In sostanza entrambi chiedevano l'abrogazione dell'attuale legge elettorale, il cosidetto 'Porcellum' (espressione coniata dal politologo Giovanni Sartori che scimmiotta il precedente 'Mattarellum', e sorta dalle parole del firmatario della attuale legge, Roberto Calderoli, che la definì "una porcata"). Il primo quesito, di colore blu, chiedeva l'abrogazione in blocco. Il secondo, di colore rosso, mirava al medesimo risultato mediante l'amputazione delle singole disposizioni dell'attuale legge. Sistema uninominale - Il 'Porcellum', legge numero 270 del 21 dicembre 2005, è stata la legge elettorale con il quale è stato eletto il Parlamento sia nel 2006 sia nel 2008. Tra gli aspetti più criticati e che il referendum voleva eliminare, l'introduzione delle liste bloccate decise dai partiti senza possibilità per gli elettori di esprimere la propria preferenza per un candidato. Nel mirino anche il premio di maggioranza. L'obiettivo dei referendari era il ritorno al 'Mattarellum', legge approvata nel 1993, che prevedeva l'assegnazione del 75% dei seggi in base al sistema uninominale maggioritario e del restante 25% con il proporzionale. I motivi del 'no' - Poiché la Consulta ha dichiarato inammissibili i referendum, l'unica strada per superare il 'Porcellum' è quella Parlamentare: ora, eliminata la possibilità del voto popolare, soltanto la politica può mettersi al lavoro su una nuova legge elettorale. I quesiti sono stati dichiarati inammissibili perché il timore della Corte Costituzionale era che si venisse a creare un vuoto legislativo a causa dell'impossibilità della reviviscenza di una legge precedente.

Dai blog