In Italia il gas più caro d'Europa: quando le liberalizzazioni?
La scure di Monti si abbatte su tre categorie deboli mentre si dimentica le lobby e le vere storture del Belpaese
Liberalizzare, una delle parole d'ordine del governo tecnico di Mario Monti. una delle parole più sfruttate (e frustrate) nelle politiche degli ultimi vent'anni. Tutti vogliono liberalizzare, pochi lo hanno fatto, chi ci ha provato - Pier Luigi Bersani - ha ottenuto risultati tragicomici. Ora tocca ai professori, che vogliono accelerare per decreto: entro il 20 gennaio, ha assicurato il sottosegretario Catricalà, inizierà la "rivoluzione". Peccato che questo cambiamento epocale, per quel poco che si è compreso fino ad oggi, si abbatterà su tre piccole categorie, e non certo sulle grandi lobby e corporazioni. Nel mirino ci sono i taxisti (che hanno pagato la loro licenza 175mila euro), gli edicolanti (che oggi non vendono più un giornale e devono difendersi dalla concorrenza di supermercati e centri commerciali) e le farmacie (fra le tre probabilmente la categoria meno in difficoltà, ma nel giorno in cui avremo una farmacia ogni 2.500 abitanti ci si può chiedere come faranno i farmacisti a guadagnare). Le priorità - Il punto è che nel mirino di Monti e della sua squadra di governo dovrebbe finirci ben altro. Per intendersi, Catricalà ha spiegato che la separazione proprietaria tra Eni e Snam "non è una priorità". Forse non lo è per l'esecutivo e per le lobby, ma lo è per gli italiani. I dati parlano chiaro: nel Belpaese paghiamo le bollette del gas fino al 50% in più rispetto a quanto pagano i britannici, il Paese metro di paragone per chi ambisce a una rivoluzione liberalizzatrice. E ancora, in Italia negli ultimi dieci il prezzo del gas è cresciuto del 43,3% mentre una famiglia media se nel 2010 per il gas pagava 1.050 euro ora ne paga 1.209. Siamo proprio sicuri che la priorità sia quella di andare a incidere su taxisti, edicolanti e giornalisti? Siamo proprio sicuri che non sia più urgente incidere sulle super-lobby che ci impongono prezzi e bollette sempre più insostenibili?