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E Patroni Griffi paga la casa al Colosseo meno di Scajola

Il ministro ha comprato a 177mila euro un appartamento con vista . L'ex ministro dello Sviluppo ne spese 6o0mila

Giulio Bucchi
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Governo tecnico, politico, di salvezza nazionale o votato dai cittadini, alla fine sempre in una casa si va a sbattere. Il pallino degli italiani di possedere quattro mura non è certo un mistero. Oltre il 70% della popolazione vive infatti in un immobile di proprietà. E ci mancherebbe che i ministri facessero eccezione. Ciò che stupisce, invece, è che il prezzo delle case sembra essere inversamente proporzionale a reddito o alla posizione sociale. Non è cosa nuova che l'attuale ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, oltre a cumulare una serie di incarichi e emolumenti (consigliere di Stato e ministro, e fino al 28 novembre 2011 anche componente della Civit), è stato tanto fortunato da poter acquistare nel 2008 al prezzo di 177mila euro un appartamento (interno 3 primo piano) vista Colosseo. Secondo la magistratura Scajola nel 2004 pagò 600mila euro. Gli altri soldi (1.100.000 euro) secondo i magistrati vennero versati dall'imprenditore Diego Anemone. Il prezzo d'acquisto super scontato - reso noto ieri dal quotidiano “Il Fatto” - non è però sottoposto ad indagini da parte della magistratura come è successo al dirimpettaio, l'ex ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola. Piuttosto è frutto proprio di una vertenza legale tra i 40 affidatari degli appartamenti da parte dell'Inps e il ministero dell'Economia. Nel 1999 - per incassare quattrini - si decise un maxi piano di vendite. Gli inquilini (e Patroni Griffi lo è dal 1986), tutti gli inquilini Inps ebbero la facoltà di acquistare a sconto se l'intero immobile veniva venduto in blocco. E lo sconto totale ammonta al 45% per gli edifici popolari. Peccato che al ministero dell'Economia Giulio Tremonti a passare da scemo proprio non ci tenga. E far pagare un palazzo vista Colosseo come se fosse una stamberga a Tor Pagnotta, non ci riesce neppure il più ironico dei tecnici erariali. Ne nasce un contenzioso legale infinito. Gli inquilini - tra cui anche l'ex sindacalista e deputato PdL Giuliano Cazzola - non ci stanno ad acquistare senza lo sconto per i palazzi popolari. Anche perché l'Inps da decenni non effettua alcuna manutenzione e anche oggi l'immobile appare molto decadente.  Con l'assistenza dell'avvocato Carlo Malinconico, oggi sottosegretario all'Editoria a Palazzo Chigi, gli inqulini conducono una battaglia legale con passaggi e pareri anche al Consiglio di Stato, dove, è bene ricordarlo, Patroni Griffi è arcinoto presidente di sezione. Insomma, nel 2008 gli inquilini la spuntano sul ministero del Tesoro e sul buon senso. Riescono infatti a dimostrare che il palazzone umbertino vista Fori Imperiali e Anfiteatro Flavio è poco più che una casa popolare. Bello non è, però solo il terreno delle fondamenta in quella zona e con vista mozzafiato vale una fortuna. Secondo “Il Fatto” l'immobile - come pure l'appartamento da 109 metriquadri del ministro - è accatastato “A4”, ovvero tra le 13 classi del Catasto “casa popolare”. Ora i condomini stanno pagando una costosa ristrutturazione ma giudicare dalla qualità dei marmi bianchi e neri non è che abbiano badato a spese. Certo c'erano problemi all'impianto idraulico, ai termosifoni centralizzati. Ma nulla che non si possa aggiustare. Insomma, il palazzo non è da buttar giù. Ultima nota: secondo il quotidiano e consultando i residenti della zona con l'Inps i contratti di locazione nel periodo 1998/1999 non superavano i 900/1.000 euro al mese. Ora l'appartamentino di Patroni Griffi è stato affittato. Prezzo? Non dichiarato. Però in quella zona immobili simili si affittano a circa 3mila euro al mese. Chissà che il ministro non ci paghi il mutuo con la rendita. di Antonio Castro

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