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Farmacie, taxi, benzina e negozi Il piano di Passera

Ecco le misure previste dal governo; questa la settimana decisiva . Obiettivo: colpire le rendite di posisione e gli interessi consolidati

Lucia Esposito
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Le stelle polari sono concorrenza e mercato. L'obiettivo è colpire le rendite di posizione e gli interessi consolidati. Se non è un bluff, questa settimana il Governo di Mario Monti potrebbe alzare il velo sulla fase 2 (o «Cresci Italia») e mettere in pista il pacchetto per le cosiddette liberalizzazioni. Farmacie, taxi, benzinai, notai, servizi pubblici locali (acqua in testa) i primi capitoli del progetto in mano al sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Con il suo passato alla guida dell'Antitrust, Antonio Catricalà deve gestire uno dei dossier più caldi dell'Esecutivo. L'operazione non sarà certo conclusa in sette giorni. Si parte dai suggerimenti arrivati proprio dall'Autorità garante della concorrenza, ora presieduta da Giovanni Pitruzzella. E già da domani potrebbero prendere corpo alcune misure. In cima alla lista c'è la benzina. Con gli aumenti dei carburanti, Monti potrebbe mettere il piede sull'acceleratore per favorire un contenimento dei prezzi alla pompa. La riforma è sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico da anni.   E nei giorni scorsi il dossier è stato seguito dal sottosegretario, Claudio De Vincenti, che ha visto alcune associazioni e altri incontri potrebbero essere in agenda a breve fino a una riunione complessiva con tutti gli attori coinvolti. Tra le ipotesi, in particolare, l'eliminazione dell'esclusiva, che però sembra non convincere nessuno né i gestori né i petrolieri. La prospettiva, tutta da verificare, è quella di vendere la benzina ai supermercati senza alcuna limitazione. Sul fronte dei taxi, il Governo potrebbe aprire il mercato procedendo con licenze compensative, dando la possibilità agli attuali titolari delle licenze di vedersene assegnata un'altra gratuitamente: ma i tassisti promettono battaglia. Altra idea, passando alle Poste, è scorporare il Banco Posta e delimitare il perimetro del servizio universale limitandolo esclusivamente a servizi veramente essenziali. Allo studio l'ipotesi di ridurre la durata dell'affidamento del servizio a Poste (ora a 15 anni). Assai delicato il capitolo farmacie. L'apertura delle parafarmacie fu uno degli elementi più forti delle lenzuolate targate Bersani: adesso si potrebbe  andare oltre, con la deregulation per la fascia C e l'aumento del numero delle farmacie. Verrebbe ampliata la possibilità della multi-titolarità in capo a un unico titolare, aumentando il numero massimo da 4 a 8. Delicato il capitolo sulle reti. L'Antitrust definisce questioni «impregiudicate» sia lo separazione proprietaria di Snam Rete Gas da Eni sia quella di Rfi dalla holding Fs. Poi c'è la questione dei servizi pubblici locali. Gli enti locali potrebbero essere obbligati a  verificare la possibilità di una gestione concorrenziale con procedure aperte di manifestazione di interesse degli operatori del settore. Poche difficoltà, invece, sul fronte banche e assicurazioni.Dovrebbe essere   vietata a stretto giro  la vendita di polizze abbinate ai mutui. L'Esecutivo potrebbe trovare più di una resistenza con il capitolo delle professioni: l'idea è  eliminare le ultime deroghe sulle tariffe minime e accelerare il provvedimento che disciplina le società professionali. Qualche lamentela è già arrivata dai notai. A conti fatti, insomma, Monti ha alzato l'asticella. Si tratta - non cè dubbio  - di obiettivi è ambizioso: «Faremo saltare i colli di bottiglia» ha  promesso il premier. Un'immagine, quella  usata dal presidente del Consiglio, che  sintetizza il senso di un'operazione che ritiene cruciale per l'intera strategia di sostegno alla crescita che vuole mettere in campo. Le liberalizzazioni, ha assicurato il professore della Bocconi, «saranno equilibrate e pragmatiche ma non timide». Parole che, inevitabilmente, si legano ai dolorosi passi indietro che, proprio sul fronte delle liberalizzazioni, ha dovuto incassare durante l'iter della manovra in Parlamento. E il rischio di un bis non è da scartare. di Francesco De Dominicis  

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