Almasri, informativa in aula. Dopo Nordio, Piantedosi: "Ecco le date, ha girato libero per l'Europa"
Oggi è la giornata di Almasri e dell'assalto delle opposizioni al governo. Alle 12.15 alla Camera i ministri degli Interni Matteo Piantedosi e della Giustizia Carlo Nordio intervengono in aula a Montecitorio per l'informativa sul caso del funzionario libico oggetto di mandato di cattura della Corte Penale Internazionale, arrestato a Torino, scarcerato e rimpatriato a Tripoli con volo di Stato. Non ci sarà la premier Giorgia Meloni. La seduta si sposterà poi al Senato, quando nel pomeriggio ci sarà la diretta televisiva come richiesto dal centrosinistra.
Qui di seguito, la diretta del dibattito parlamentare:
Ore 17:11 - Il Pd mostra il cartello: "Meloni in fuga"
I senatori del Pd hanno protestato in aula in Senato sul caso Almasri. Al termine dell'intervento del presidente Francesco Boccia, tutti i componenti del gruppo dem hanno mostrato dei cartelli con la scritta 'Meloni in fuga' e le foto di prigionieri nelle carceri libiche e dei migranti trasferiti nei centri in Albania.
Ore 17:11 - Boccia chiede le dimissioni di Nordio
Ministro Nordio, "lei ha detto 'non sono il passacarte della Cpi'. Questo probabilmente è vero, ma delle due l'una: o lei è il passacarte del governo o è responsabile di questo disastro e deve dimettersi. Delle due l'una: se non è il passacarte della Cpi, lo è del governo e se non lo è nemmeno del governo questo disastro lo ha fatto lei". Lo ha detto il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, nel dibattito al Senato su caso Almasri.
Ore 16:04 - Carlo Nordio: "Ecco perché abbiamo fatto il processo di Norimberga"
"La legge è legge, non è che possiamo scavlcare le procedure. Perchè abbiamo fatto il procfesso di Norimberga? Perchè esiste Cpi, se Cpi non segue regole del diritto vuol dire che agisce invano", ha spiegato il ministro in Senato. La prima richiesta di arresto disposto dalla Cpi per Almasri, ha ribadito Nordio, "era un atto nullo. Era un atto sbagliato completamente per quanto riguarda molti capi di imputazione e la data del delitto commesso, non dal 20 al 21 aprile, ma dal 2011 al 2015: quattro anni di stupri e violenze. Un atto che è stato dichiratato nullo dalla stessa Cpi, questo è il fatto giuridico".
Ore 16:00 - Carlo Nordio: "Nessuno di voi ha mai fatto il pm"
"Qualcuno ha detto di aver ricevuto anche lui informazioni di garanzia dove si segnalava che erano indagati, ma nessuno di voi ha mai fatto il pubblico ministero so benissimo che l'iscrizione nel registro degli indagati si fa per persone indagate. Lo dico perché a seguito di questa informazione - che è arrivata il giorno prima del momento in cui eravamo tutti disposti a dare risposta al Parlamento - per rispetto verso l'autonomia e indipendenza della magistratura avevamo deciso di soprassedere in via d'urgenza per valutare se fosse opportuno intervenire. Dopodiché, tenuto conto del dovere di informare il Parlamento che deve prevalere sui diritti alla difesa dell'indagato, abbiamo deciso di riferire". Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nella sua informativa al Senato sul caso Almasri, in merito all'informazione di garanzia ricevuta per la vicenda del generale libico.
Ore 15:41 - Chi parlerà in Senato sul caso Almasri
Prende il via al Senato la doppia informativa dei ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell'Interno Matteo Piantedosi sul caso Almasri. E la seduta dell'Aula dovrebbe durare meno rispetto a quella dedicata dalla Camera allo stesso argomento - circa un'ora e mezzo, si stima - visto che ogni gruppo parlamentare ha a disposizione 5 minuti per intervenire (la metà rispetto a Montecitorio). A questi, vanno aggiunti i tre minuti a disposizione di Azione, per cui parlerà il leader Carlo Calenda. E' prevista la diretta tv. Il primo a prendere la parola è il Guardasigilli Carlo Nordio. A presiedere l'Aula è il presidente Ignazio La Russa. Dopo le dichiarazioni dei ministri, toccherà ai senatori. Tra gli iscritti a parlare ci sono Matteo Renzi per Italia viva, Alberto Balboni per Fratelli d'Italia, Erika Stefani per la Lega, Alessandra Maiorino, vicepresidente vicaria del M5s e Giorgio Salvitti per Coraggio Italia-Noi moderati, oltre ai capigruppo Maurizio Gasparri (Forza Italia), Francesco Boccia (Pd), Peppe De Cristofaro (Misto).
Ore 14.20 - Fratoianni mostra la foto di una bimba torturata
Tocca a Nicola Fratoianni, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra. Il sodale di Bonelli mostra la foto di una bimba in aula: "Torturata da Almasri, Nordio che dice?". E come da prassi scatta il tira-e-molla sul regolamento con il presidente della Camera Lorenzo Fontana
Ore 13.33 - Giuseppe Conte, "Meloni assente per viltà istituzionale"
"Oggi c'è una grande assenza, la presidente Meloni scappa dal Parlamento, è un atto di grande viltà istituzionale, adesso Meloni", visto che non è venuta in Aula per l'informativa sul caso Almasri "non parli più" sui social o in tv, "non si permetta per vigliaccheria di parlare davanti a qualche scendiletto", inizia il suo attacco Giuseppe Conte, leader di M5s.
Ore 13.31 - Cartelli Pd in aula, "Meloni patriota in fuga"
Al termine della replica della segretaria dem, sul caso Almasri alla Camera dei ministri Nordio e Piantedosi, il gruppo del Partito democratico si è alzato in piedi e ha mostrato dei cartelloni: "Meloni dove sei?", "Meloni patriota in fuga".
Ore 13.20 - Schlein, "giornata triste per la democrazia"
Dopo gli interventi di Nordio e Piantedosi, inizia il dibattito in aula. Dopo Giovanni Donzelli per FdI, prende la parola Elly Schlein, segretaria del Pd: "Questa è una giornata triste per la democrazia. I ministri Nordio e Piantedosi sono venuti in aula a coprire le spalle della presidente del Consiglio: si sono degnati finalmente dopo più di due settimane di venire a riferire in Parlamento. Ma oggi in quest'aula doveva esserci Giorgia Meloni. Manca di rispetto al Paese". Quindi attacca Nordio: "Ha parlato non da ministro, ma da avvocato difensore di un torturatore. Ci accusa di non aver letto le carte, ma lui non ha letto le leggi e le ha violate".
Ore 13.04 - "L'aereo era già pronto la mattina, uno scenari preventivo"
"Si è reso necessario agire con urgenza per motivi di sicurezza. La predisposizione dell'aereo già dalla mattina rientra in quegli scenari preventivi che vengono immaginati per ogni evenienza, anche il trasferimento in un altro carcere", ha concluso la sua informativa Piantedosi.
Ore 13.02 - "Almasri espulso per ordine pubblico e sicurezza di Stato"
"La scelta delle modalità di rimpatrio - in linea con quanto avvenuto in numerosi analoghi casi anche in anni precedenti e con governi diversi dall'attuale - è andata di pari passo con la valutazione effettuata per l'espulsione di Almasri. In buona sostanza, si è reso necessario agire rapidamente proprio per i profili di pericolosità riconducibili al soggetto e per i rischi che la sua permanenza in Italia avrebbe comportato, soprattutto con riguardo a valutazioni concernenti la sicurezza dei cittadini italiani e degli interessi del nostro Paese all'estero, in scenari di rilevante valore strategico ma, al contempo, di enormi complessità e delicatezza". "L'espulsione di Almasri è da inquadrare, per il profilo di pericolosità che presentava il soggetto in questione, nelle esigenze di salvaguardia della sicurezza dello Stato e della tutela dell'ordine pubblico che il Governo pone sempre al centro della sua azione, unitamente alla difesa dell'interesse nazionale che è ciò a cui lo Stato deve sempre attenersi nell'obiettivo di evitare in ogni modo un danno al Paese e ai suoi cittadini", conclude il ministro degli Interni.
Ore 12.56 - "Almasri ha viaggiato liberamente in Europa"
"Lo scorso 2 ottobre il Procuratore della Corte penale internazionale ha formulato una richiesta di mandato di arresto internazionale per la commissione da parte di Almasri di crimini di guerra e contro l'umanità, quale membro delle Forze Speciali di Deterrenza libiche, di base a Mitiga. La Corte penale ha dato seguito a tale richiesta, emettendo il mandato di arresto soltanto sabato 18 gennaio, quando Almasri si trovava in territorio italiano. Evidenzio altresì che, prima di giungere in Italia, Almasri è transitato in diversi Paesi europei, dove risulta essersi recato abitualmente anche in passato, come attestano i documenti di viaggio in suo possesso, tra i quali un passaporto della Repubblica della Dominica che riporta, tra l'altro, un visto per gli Stati Uniti con validità di 10 anni a partire dal novembre scorso", sottolinea Piantedosi. "Il suo ultimo viaggio risale allo scorso 6 gennaio, quando, provenendo da Tripoli, è solo transitato da Fiumicino per dirigersi a Londra, senza essere, pertanto, sottoposto a controlli di frontiera in Italia. Alla frontiera aerea londinese Almasri ha esibito il predetto passaporto dal quale risulta essere entrato, il successivo 13 gennaio, in area Schengen attraverso la frontiera francese, con transito dal tunnel della Manica. Il 15 gennaio, una delle persone che lo accompagnava ha noleggiato un'autovettura a Bonn, con restituzione prevista per il successivo 20 gennaio presso l'Aeroporto di Fiumicino. Sempre il 15 gennaio, nel tratto autostradale tra Bonn e Monaco, l'autovettura è stata sottoposta a controllo da parte della polizia tedesca; controllo durante il quale Almasri ha mostrato, tra l'altro, un biglietto ferroviario a suo nome da Londra a Bruxelles datato 13 gennaio e all'esito del quale la polizia tedesca non ha adottato alcun provvedimento", conclude il ministro.
Ore 12.55 - "Richiesta della Procura il 2 ottobre, mandato emesso il 18 gennaio quando era in Italia"
"La richiesta di arresto della Procura per Almasri risale al 2 ottobre, il mandato emesso dalla CPI è del 18 gennaio, quando era in Italia", sottolinea Piantedosi.
Ore 12.54 - "Governo mai oggetto di ricatto"
"Smentisco, nella maniera più categorica, che, nelle ore in cui è stata gestita la vicenda, il governo abbia ricevuto alcun atto o comunicazione che possa essere, anche solo lontanamente, considerato una forma di pressione indebita assimilabile a minaccia o ricatto da parte di chiunque, come e' stato adombrato in alcuni momenti del dibattito pubblico sviluppatosi in questi giorni. Al contrario, ogni decisione e' stata assunta, come sempre, solo in base a valutazioni compiute su fatti e situazioni - anche in chiave prognostica - nell'esclusiva prospettiva della tutela di interessi del nostro Paese", ha ribadito il titolare del Viminale.
Ore 12.53 - Piantedosi, "Almasri mai stato un nostro interlocutore sui migranti"
Dopo Nordio, prende subito la parola il ministro degli Interni Matteo Piantedosi: "Merita di essere preliminarmente precisato e sottolineato che il cittadino libico noto come Almasri non è mai stato un interlocutore del governo per vicende che attengono alla gestione e al contrasto del complesso fenomeno migratorio".
Ore 12.52 - "Andremo avanti sulla riforma", Nordio contestato
"La maggioranza è compatta, andremo avanti sulla riforma della giustizia". Il Guardasigilli chiude il suo intervento con una stilettata all'Anm ma ad arrabbiarsi è la sinistra: fischi, buu e contestazioni dai banchi delle opposizioni, con Bonelli, Fratoianni e Schlein particolarmente "vivaci".
Ore 12.51 - Almasri, "l'arresto sarebbe stato irrazionale e contraddittorio"
"Chiederò alla CPI la giustificazione delle incongruenze nel mandato d'arresto - sottolinea ancora Nordio -. La trasmissione di richiesta al procuratore generale alle Corte d'Appello, prima di aver risolto le discrasie e le incongruenze della vicenda, sarebbe stata da parte mia non solo inopportuna ma prima ancora illegittima, perché sarebbe stata fondata su un arresto che, secondo i principi generali della procedura penale era irrazionale e contradditorio, nell'elemento fondamentale della struttura del reato che è quello del tempo del delitto commesso. Quattro anni di differenza in un reato continuato tra il 2011 e il 2015, in cui sarebbero stati commessi tutti i reati più infami di questo mondo, non sono un errore materiale, è un vizio assoluto nel contenuto della struttura del reato, che viene esposta in un capo di imputazione in un mandato di cattura internazionale che poi si rivela completamente sbagliato".
Ore 12.47 - "Errore clamoroso nell'atto della CPI, non so perché"
"Il vizio dell'ordinanza del 18 gennaio à il mutamento della data del commesso reato: nella parte dispositiva dell'ordinanza del 24 gennaio, che non abbiamo ricevuto ma ottenuto, si parla di "commessi dal 15 febbraio 2015", dicendo che il primo mandato di attesto era completamente sbagliato nelle date. Hanno fatto una riunione apposta per cambiare la data di inizio reati dal 2011 al 2015". Nordio sottolinea come gli stessi giudici della CPI, dopo essersi accorti dell'errore commesso sulla data, si siano riuniti cinque giorni dopo per correggersi. "Non so perché questo pasticcio e tutta questa fretta, se ne indagherà in altre sedi".
Ore 12.46 - Proteste dall'opposizione, "lasciate continuare il ministro"
Ore 12.42 "Testo in inglese con allegati in arabo"
"Mentre il ministero procedeva all'esame di questa richiesta, pervenuta in lingua inglese e con svariati allegati in lingua araba, la Corte di appello di Roma, ritenendo che l'arresto di iniziativa della polizia giudiziaria nella procedura di consegna su mandato del Cpi deve ritenersi escluso, ordinava la scarcerazione aderendo all'istanza difensiva di cui il ministero non poteva avere conoscenza nel rispetto del diritto della difesa e delle prerogative di indipendenza e autonomia della magistratura", ha spiegato il ministro.
Ore 12.41 - Nodio: "Avvertito quando era già avvenuto l'arresto"
"Il 20 gennaio alle ore 12.40 - ricostruisce Nordio - il procuratore generale di Roma trasmetteva il carteggio a questo ministro: ufficialmente è arrivato al Ministero protocollato il 20 gennaio alle ore 12.40. Successivamente alle ore 13.57 l'ambasciatore dell'Aja trasmetteva al servizio Affari internazionali del ministero del Dipartimento per gli affari di giustizia la richiesta di arresto provvisorio del 18 gennaio 2025. Conviene sinora notare che la comunicazione della Questura di Torino era pervenuta al Ministero ad arresto già effettuato e dunque senza la preventiva trasmissione della richiesta di arresto a fini estradizionali emessa dalla Corte penale internazionale al ministro".
Ore 12.38 - Nordio contro Bonelli: "Non avete letto le carte"
Primo scontro durissimo tra Nordio e il verde Angelo Bonelli: "Lei verrà smentito dal Tribunale. Ma lei le ha lette le carte? Avete fatto una polemica senza aver letto le carte, avete discusso sul nulla".
Ore 12.32 - Nordio: "Il ministro non è un passacarte"
"Il ministro non è un passacarte della CPI ma ha un ruolo politico", sottolinea Nordio, puntando poi ildito sulle "tantissime incertezze, inesattezze e grossolane contraddizioni" nell'atto relativo ad Almasri.
Ore 12.30 - Nordio, "il mio nome in grassetto nell'avviso di garanzia"
"La qualità di indagato della mia persona è sottolineata in grassetto nell'informazione di garanzia, l'ho vista con una certa tenerezza questa cosa perché il pm sa benissimo che una persona se iscritta nel registro è indagato, non è iscritto alla bocciofila. Questa comunicazione ha determinato un momento di riflessione, in ossequi alle prerogative della magistratura che in quanto indagato". Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio nell'informativa alla Camera sul caso Almasri, sottolineando poi come la notifica dell'indagine gli sia arrivata il giorno prima delle comunicazioni, inizialmente fissate per la scorsa settimana.
Ore 12.22 - Gasparri a La7, "Meloni non ha mai detto che avrebbe riferito in aula"
"Il governo non ha mai detto che non avrebbe riferito in Aula. La discussione era nata nei giorni scorsi quando, di fronte alla disponibilità immediata del Ministro dei rapporti con il Parlamento, essendo arrivata la comunicazione di questa indagine, perché non era un avviso di garanzia ma la comunicazione di una denuncia, si è creato un ingorgo di richieste e, ovviamente, i ministri ed il governo dovevano capire a chi rispondere prima, se alla magistratura o al Parlamento. Perché se rispondo al Parlamento e non alla Magistratura, non rispetto la Magistratura e viceversa. Poi anche i presidenti del Consiglio vanno periodicamente in Parlamento. Spesso non si capisce se la vita reale è quella delle Procure, quella del Parlamento o quella delle televisioni. Io, per esempio, ho appreso di un atto segreto dei servizi di sicurezza che il procuratore Lo Voi ha allegato ad atti di inchiesta da un giornale online. Quindi le fonti di informazione sono le più diverse". Lo dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, a L'Aria che Tira su La7.
Ore 12.16 - Bonelli, "Meloni fugge, è complice di trafficanti di uomini"
"Questo governo e Giorgia Meloni sono diventati abili nel costruire complotti e vittimismo, nascondendo una profonda debolezza: non sanno spiegare agli italiani perché hanno fatto una simile vergogna, liberando un criminale, torturatore e stupratore di minori. L'aereo dei servizi segreti è stato autorizzato da Palazzo Chigi, ed è decollato da Roma a Torino ancor prima della decisione dei giudici. La responsabilità politica sta a Palazzo Chigi: ce lo vengano a dire, e Giorgia Meloni spieghi perché hanno preso questa decisione". Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde. "Meloni aveva accusato il nostro gruppo parlamentare di essere complice dei trafficanti di esseri umani. Ora gli italiani e anche l'opinione pubblica internazionale sanno che la complice dei trafficanti di esseri umani è Giorgia Meloni e il suo governo, che hanno liberato un criminale. Giorgia Meloni ha gettato la maschera: sappiamo da che parte sta. Le sue sono bugie raccontate agli italiani, come quelle di Nordio e Piantedosi, che avevano dichiarato che non sarebbero venuti in Parlamento perché c'era il segreto istruttorio. Roba da penna rossa all'esame di diritto penale all'università, perché la legge n. 1 del 1989, all'articolo 6, dice chiaramente che il procuratore invia gli atti al Tribunale dei ministri omessa ogni indagine. Non c'è alcuna indagine: di quale segreto istruttorio hanno parlato? Hanno mentito per non venire in Parlamento e si presentano solo oggi, dopo le pressioni delle opposizioni, ma Giorgia Meloni continua a fuggire dal Parlamento. Il problema è che non parliamo di due studentelli, ma di due ministri della Repubblica".