Giorgia Meloni, "intenso stato influenzale": costretta a lasciare il Consiglio Ue
Giorgia Meloni ha lasciato il Consiglio europeo in corso all’Europa Building per via di un intenso stato influenzale. Stando a quanto si apprende, la premier non avrebbe voluto perdersi i due momenti di confronto più importanti, ovvero la riunione informale sul fenomeno migratorio e la prima sessione del Consiglio sull’Ucraina. Poi, però, anche su invito degli altri leader, ha deciso di concedersi qualche ora di riposo in albergo. E nel frattempo ha delegato il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, in quanto membro del Med5, a rappresentare l’Italia nel prosieguo dei lavori.
La riunione informale sul tema dell'immigrazione era stata voluta proprio dalla Meloni, insieme ai primi ministri danese, Mette Friedriksen, e olandese, Dick Schoof. Coinvolti gli Stati membri più interessati al tema delle soluzioni innovative sui migranti. La riunione, hanno riferito da Palazzo Chigi, "si è concentrata sull'esigenza di disporre di un quadro normativo europeo sempre più chiaro ed efficace con, in particolare, il rafforzamento dei concetti di Paese sicuro di origine e Paese terzo sicuro per sostenere le soluzioni innovative, a partire dal modello Italia-Albania e dalla possibile creazione di 'returns hubs' in Paesi terzi".
Durante l'incontro, "la Presidente Ursula von der Leyen ha illustrato i principali filoni di lavoro indicati nella Lettera sulla migrazione dello scorso lunedì, concentrandosi sulla proposta di nuovo quadro giuridico in tema di rimpatri che la Commissione intende presentare nei primi mesi del 2025. Il Presidente Meloni, oltre a sostenere la rapida presentazione e finalizzazione della nuova proposta legislativa, si è soffermata sulla rilevanza delle soluzioni innovative nel contrastare la migrazione irregolare, soprattutto per spezzare il 'modello di business' dei trafficanti di esseri umani e, allo stesso tempo, consentire di focalizzare gli sforzi di accoglienza europea nei confronti di chi ha effettivamente diritto alla protezione internazionale", si legge ancora nella nota di Palazzo Chigi.