Poliziotti presi a colpi d'ascia dal nigeriano? La risposta della sinistra: "Più dialogo"
Un clandestino l’altra notte stava per uccidere a colpi d’ascia due poliziotti. Il Pd tace. A sinistra, all’alba delle 18, l’unico che parla è Sergio Giordani, il sindaco di Padova, dov’è accaduto il fatto. Si dice solidale con gli agenti però aggiunge: «La sicurezza è una catena composta da molti anelli, uno di questi è la repressione ma poi ci sono la prevenzione, la rigenerazione degli spazi, la vivacizzazione dei nostri quartieri». Capito? Rigenerazione e vivacizzazione. Non è tutto: «È fondamentale», spiega Giordani, «lo spirito corale e di squadra tra tutti gli attori interessati». Insomma, ascolto e dialogo coi criminali. Veniamo al mutismo politico.
Schlein resta in silenzio; del baffone di Ruotolo nessuna notizia; Boldrini trema per il ritorno del fascismo; Orlando non è affatto furioso; Serracchiani pensa ai bei tempi in cui era governatrice e il suo Friuli Venezia Giulia pagava i corsi di sci ai richiedenti asilo; Furfaro ha problemi di connessione; l’onorevole Zan non vede omofobia in una mannaia e dunque che bisogno c’è di condannare il duplice tentato omicidio? E dire che Alessandro Zan è di Padova. Il nigeriano stava per emulare il ghanese Adam Kabobo il quale undici anni fa a Milano uccise a picconate tre passanti. Torniamo all’altra notte. Il potenziale killer è arrivato in Italia nel 2016, governo Renzi, anno record di sbarchi clandestini: 181.436. Erano gli anni dell’accoglienza indiscriminata, degli affari faraonici delle cooperative rosse. L’africano ha avuto un permesso per cure mediche, poi è stata bocciata la richiesta d’asilo e nel frattempo ha messo in fila una sfilza di reati.
Oltre all’ascia aveva un coltello a serramanico e un coltellino svizzero. Gli agenti hanno provato a calmarre l’immigrato, poi a renderlo inoffensivo con lo spray al peperoncino, quindi sono stati costretti a usare la pistola elettrica per immobilizzarlo ma non si è fermato. A quel punto gli hanno sparato a una gamba. Il nigeriano è stato soccorso e curato in ospedale. Padova dagli anni ’90 è quasi sempre stata amministrata dalla sinistra, talvolta estrema. La targa di Padova è “Pd”, questo invero non conta, ma non è servito nemmeno da stimolo ai compagni. Il vicepremier Matteo Salvini è duro: «Solidarietà ai poliziotti aggrediti. Legittima la risposta dell’agente. Questi criminali sono un pericolo e non devono stare nel nostro Paese.
Tolleranza? No, espulsione».
Interviene il presidente del Veneto, Luca Zaia: «La mia vicinanza agli agenti. Aggiungo l’ammirazione per il sangue freddo e la professionalità negli interminabili minuti in cui hanno cercato di riportare questa persona alla calma. Un ringraziamento», prosegue Zaia, «che rivolgo anche agli altri agenti coinvolti, ai carabinieri intervenuti a sostegno e al personale del 118». Il governatore va avanti: «È un fatto di un’enorme gravità soprattutto pensando che l’aggressore aveva a suo carico già alcune denunce. I cittadini hanno diritto alla sicurezza e uno dei primi passi per garantirla è il rispetto dell’autorità. Mi auguro che sia comminata una pena adeguata». Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari – padovano come Zan – fiuta l’aria: «Mi auguro che qualche esponente della sinistra, dal caldo del proprio salotto, non osi sostenere che gli agenti hanno sbagliato ad aprire il fuoco. Il “ddl sicurezza” contro cui un sindacato e il Pd hanno appena manifestato», sottolinea Ostellari, «contiene norme per tutelare pure le forze dell’ordine». E ancora: «Grazie al governo a Padova ci sono 43 nuovi poliziotti». È padovana anche la deputata di Fdi Elisabetta Gardini: «La prontezza dei poliziotti ha evitato conseguenze ben più drammatiche». Gli agenti rischiano l’indagine. Il sindacato di polizia Coisp è esasperato: «Il “ddl sicurezza” è indispensabile per affrontare una criminalità sempre più pericolosa». Ma la sinistra il “ddl sicurezza” non lo vuole, e in questo caso la voce per dirlo ce l’ha. La voce, per qualcuno, servirebbe pure a dialogare coi criminali...