Giorgia Meloni incendia Atreju: "Deludere la sinistra il nostro sport preferito". La promessa sulle pensioni
L'intervento finale ad Atreju, kermesse di Fratelli d'Italia, è ovviamente di Giorgia Meloni. E il premier parte rinnovando il suo impegno con gli italiani e con il Paese: "Ciascuno di noi è consapevole della responsabilità che ha sulle spalle, e noi onoreremo fino all'ultimo giorno il compito che ci è stato dato dagli italiani in questa nazione. Arriveremo compatti alla fine del governo e oltre", assicura.
Dunque, sulle dinamiche di maggioranza: "È normale e giusto confrontarci sulle idee, ma chi spera che qualcuno di noi penserà a mettere il proprio destino davanti a quello della nazione rimarrà deluso. E deludere la sinistra è il nostro sport preferito", ha picchiato durissimo.
Meloni ha poi ricordato come "a stabilità di questo governo data dalla compattezza della sua maggioranza è il più grande elemento di discontinuità e il più grande elemento di forza nel quadro attuale, la stabilità garantisce la credibilità internazionale e quella autorevolezza senza la quale non è possibile produrre benessere". Quindi, dal palco, il premier ha ringraziato gli alleati con cui confida di lavorare "per gli anni a venire".
Nelle prime battute del suo intervento, anche un ringraziamento all'organizzazione, a Gioventù nazionale, finita nel mirino di alcune inchieste giornalistiche. "Grazie su tutti a Fabio Roscani e ai ragazzi di Gioventù nazionale: voglio dirvi ancora una volta che sono fiera di voi e che nessuna gogna costruita sull'errore del singolo spiando la gente dal buco della serratura, contro di voi per colpire me, vi toglie chi siete, siate fieri di voi", ha scandito Meloni.
Poi il presidente del Consiglio ha rivendicato i risultati dei primi due anni di governo: "Quella che il mondo vede oggi è un'Italia che torna a correre e a stupire, che da osservato speciale diventa un modello da seguire su molti fronti", ha sottolineato. E ancora: "Rispondiamo con i fatti ai tanti e troppi uccelli del malaugurio che tifano contro la Nazione per sperare di elemosinare un po' di potere personale sulla pelle di milioni di connazionali. Li abbiamo ascoltati decine di volte, dall'alto di quella spocchia tipica di chi non ha azzeccato un solo pronostico negli ultimi dieci anni", ha aggiunto.
"La mia personale sfida - ha ripreso - è fare tutto quello che posso perché gli italiani tornino a credere in loro stessi, il pessimismo il provincialismo, il tafazzismo, la tendenza del piangersi addosso sono i principali nemici dell'Italia e noi abbiamo il dovere di sconfiggerli, se non ci crediamo non possiamo farlo".
Quindi, sui prossimi obiettivi: "Pensioni minime? Avremmo voluto fare di più. Le risorse sono state gettate dalla finestra. Arriveremo alle pensioni a cento euro e supereremo" il tetto "per le persone in difficoltà", ha assicurato. "Abbiamo certamente fatto meglio di loro" che "i soldi li toglievano ai lavoratori per salvare le banche".
Nel mirino ci finisce Elly Schlein, dopo gli attacchi dei giorni precedenti. “Con questo governo c'è lo stanziamento per la sanità più alto di sempre. Il calcolo non è difficile, si fa perfino senza calcolatrice, che l'ultima volta non è andata bene... L'aumento è di 10 miliardi negli ultimi due anni. Prima dell'arrivo di questo governo, quando c'erano quelli che ora dicono che non spendiamo abbastanza, negli ultimi 4 anni il fondo sanitario era aumentato di 8 miliardi. Con quale faccia dicono che non abbiamo fatto bene? La calcolatrice serve a voi. Non sono neanche 10 miliardi ma 12, perché vanno aggiunti quelli degli accordi di coesione e 750 milioni di euro dalla revisione del Pnrr", ha ricordato Meloni.
Un passaggio è riservato a Maurizio Landini, l'incendiario segretario della Cgil. "Capiamo la difficoltà del segretario generale della Cgil Maurizio Landini che è costretto ad alzare i toni perché i suoi argomenti sono deboli e anche perché non può dire la verità che gli scioperi non li fa per aiutare i lavoratori ma la sinistra solo che da parecchio tempo chi aiuta la sinistra non aiuta i lavoratori". E ancora, ha sottolineato come Landini con il suo "incitamento alla rivolta sociale" ha usato "toni che non hanno precedenti nella storia sindacale italiano, se li avessimo utilizzati noi sarebbero arrivati i caschi blu dell'Onu".
Quindi nel mirino ci finisce Romano Prodi: "Ha detto che Meloni piace all'estabilishment perché obbedisce. Quando ho letto i suoi improperi isterici ho aperto la bottiglia del mio vino migliore e brindato alla mia salute. Ogni patriota dovrebbe essere fiero di avere gli improperi di Prodi, siamo ancora dalla parte giusta della storia", lo ha infilzato. E ancora: "Dalla svendita dell'Iri fino al modo in cui l'Italia è entrata nell'euro al suo ruolo determinante nell'ingresso della Cina nella Wto, tutto questo dimostra che Prodi di obbedienza se ne intende parecchio. Abbiamo imparato da persone come lui che obbedire non porta bene né alla nazione né all'Europa e abbiamo fatto le cose diametralmente opposte".
Inevitabile un passaggio sulla magistratura: "Sono certa che l'obiettivo della maggior parte dei magistrati sia combattere ogni mafia, anche quella del mare. Ma se non siamo efficaci gli unici ad averne vantaggio sono i criminali". E anbcora, ha aggiunto Meloni: "Io voglio combattere la mafia e chiedo a tutto lo Stato e alle persone perbene di combattere la mafia. Non sono io il nemico, io sono una persona perbene". Il premier ha poi ricordato: "Abbiamo buttato fuori la camorra dalla gestione delle domande per i nulla osta dei migranti regolari così come abbiamo buttato fuori i camorristi che occupavano le case popolari a Caivano e anche qui i complimenti dei guru dell'antimafia alla Roberto Saviano li aspettiamo domani, fosse mai che non ci sia più nulla su cui fare una serie televisiva milionaria".
E ancora i centri in Albania, fulcro dello scontro tra governo e una parte di magistratura. "Combatteremo senza tregua i trafficanti di esseri umani", ha premesso Meloni. Quindi la citazione del Piano Mattei, "una strategia nazionale. La sinistra si è trovata isolata". L'accordo con l'Albania? "Fa scuola in mezza Europa. Il punto centrale è l'effetto deterrenza. Tra tutte le iniziative messe in campo il protocollo d'Albania" è quella più temuta dai trafficanti di essere umani, "fermare l'iniziativa sarebbe un grande favore ai criminali. E noi - dice la premier di favori ai criminali non ne facciamo". Nel mirino poi le toghe: "Dai giudici sentenze irragionevoli, si sono interrogate sulle conseguenze delle loro decisioni? Abbiate fiducia. I centri di Albania funzioneranno, a costo di passarci tutte le notti", ha concluso, ribadito e scandito Giorgia Meloni.