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Legge Calderoli, Luca Zaia dopo la Cassazione: "Noi andiamo avanti. La sinistra trovi i voti"

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Altro colpo delle toghe contro il governo. La Cassazione, guidata dalla presidente Rosaria Maria Di Virgilio, ha ribadito la legittimità della richiesta di abrogare totalmente l'autonomia differenziata. In sintesi: il referendum si può fare. Anche se l'ultima parola sull'ammissibilità del referendum abrogativo totale, ora, spetta alla Consulta, chiamata a decidere entro i 20 gennaio.

Dal mondo della politica sono arrivate subito le prime reazioni alla decisione della Corte di Cassazione. Sull’Autonomia “noi andiamo avanti con i tavoli della trattativa e per redigere le bozze rispetto alle materie che sono previste in Costituzione, iniziando dalle materie non Lep. La Corte costituzionale parla dei Lep, perché questo governo ha introdotto i Lep: dice che se li calcolate, non fatelo con dei Dpcm ma fatelo direttamente in Parlamento. Voglio rassicurare che noi andiamo avanti. Il Veneto è” capofila, “coordina le Regioni Lombardia, Liguria e Piemonte anche su questo fronte”. Lo ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, intervenendo in Consiglio regionale.

 

 

“L’Autonomia oggi – ha aggiunto – noi la stiamo seguendo in virtù di una legge che il Parlamento ha approvato. C’è stata un’impugnativa da parte di quattro Regioni, chiedendo alla Corte costituzionale di bocciare la legge. Siccome questo è un Paese di mistificatori, sembra che abbiano vinto quelli che hanno presentato il ricorso. La verità è tutt’altra: la legge esiste ancora, nelle 107 pagine della sentenza della Corte dice per 25 volte ai ricorrenti che hanno presentato osservazioni infondate, per 13 volte inammissibili e poi la Corte per 14 volte chiede di fare modifiche alla legge Calderoli, che non è smontare la legge Calderoli”.

Più istituzionale, invece, il commento del presidente del Senato Ignazio La Russa. "Credo che la democrazia diretta sia la cosa migliore, è il vero cuore della democrazia, senza un briciolo di democrazia diretta la democrazia in qualche modo è zoppa - ha spiegato la seconda carica dello stato -. Anzi il referendum sarebbe da studiare se vista la percentuale dei votanti ultime elezioni, forse il 50 per cento più uno è troppo alto, anche se non vale per i referendum di riforma costituzionale. Che il referendum si possa fare non è un'avversione al governo, è una avversione strettamente tecnico-giuridica, se alla fine si potrà fare saranno gli italiani a decidere", ha aggiunto ricordando che "non nego che vi fosse un gradimento diversificato" tra le forze politiche del centrodestra sull'Autonomia differenziata "ma vi era gradimento di tutti i partiti della coalizione".

Da sinistra, invece, grandi festeggiamenti. A partire dal principale sindacato italiano. "Il via libera della Cassazione al quesito totalmente abrogativo della legge Calderoli è positivo innanzitutto per le cittadine e i cittadini italiani. Su un disegno di questa portata la via maestra è un referendum che consenta al corpo elettorale di esprimere la sua opinione". Così il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, parlando di "ottima notizia". "La sentenza della Corte costituzionale - ha proseguito - ha sanzionato pesantemente l'Autonomia differenziata, come disegnata dal governo. Ma, a nostro avviso, quella legge può ancora produrre molti danni alla tenuta e alla coesione del Paese, aumentando ulteriormente diseguaglianze sociali e divari territoriali, oltre a compromettere le prospettive dell'intera economia italiana".

"Crediamo che dopo la pronuncia della Corte costituzionale che ha smontato l'Autonomia bisognerebbe che il governo si fermasse, che fermasse i negoziati e che abrogasse questo testo, per recuperare credibilità dopo lo strafalcione che hanno fatto presentando una riforma che la Corte ha smontato". Il commento, invece, di Elly Schlein intervistata a L'aria che Tira, su la 7, commentando il via libera della Cassazione al referendum.

 

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