Italicum, franchi tiratori alla Camera. Boldrini: "La legge elettorale così non va"
Franchi tiratori in azione contro l'Italicum. Alla Camera le pregiudiziali di costituzionalità di Sel, Movimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia sono state bocciate con 351 no, 154 sì e 5 astensioni. Nel voto seguente, palese e non più segreto, la pregiudiziale di merito dei 5 Stelle è stata respinta con 377 no, 120 sì e 14 astensioni. Segno che tra i 20 e i 25 deputati della maggioranza allargata hanno deciso di votare differentemente, "adeguandosi" alle linee di partito. I malumori sulla nuova legge elettorale, insomma, sono evidenti. La pancia del Pd spostato più a sinistra, per dire, c'è chi ancora spera (e tenterà) di affossare l'intesa tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. E soprattutto nei cosiddetti "partitini" (in cui rientra anche il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano) in tanti storcono il naso, preoccupati di restare fuori dal Parlamento. La protesta dei Fratelli d'Italia è palese: i suoi deputati non hanno partecipato all'esame della legge elettorale a Montecitorio. "Abbandoniamo l'aula, pur dicendo che saremo presenti ogni minuto quando sarà possibile migliorare questa orrenda legge", ha detto Ignazio La Russa. Anche la Lega Nord si è astenuta, ma per protesta contro le violenze dei grillini in Commissione Affari costituzionali, giovedì. Chi rema contro l'Italicum - Di sicuro, gli oppositori dell'Italicum sono trasversali e potrebbero cercare sponde anche nel cuore della maggioranza, Pd, Ncd, montiani e mauriani vari. E anche il presidente della Camera Laura Boldrini si è lasciata andare a commenti piuttosto minacciosi sulla legge elettorale. "Renzi ha la sua tabella di marcia, noi la nostra", ha spiegato al Corriere della Sera, facendo intuire che le tappe forzate in Parlamento potrebbero subire degli intoppi. E sull'Italicum la Boldrini è dura: "Il pluralismo è un valore. Al tempo dell'antipolitica, ridurre la rappresentanza rischia di allontanare parti della società dalle urne. La governabilità va garantita, ma non a scapito della rappresentanza e della partecipazione dei cittadini". Nel dettaglio, il presidente della Camera disegna la "sua" legge: "Sbarramenti e premi di maggioranza non possono essere troppo alti (al momento, si primi scattano al 4,5% per i partiti in coalizione e 8% per quelli da soli, i secondi al 37%, ndr). Io rispetto gli accordi tra i partiti, ma poi la legge deve essere discussa e votata dalle Camere". E' lì che le trappole per il Renzusconi si annidano tra gli scranni, da sinistra a destra. E chi nota come la Boldrini, oltre che arbitro, sia anche esponente di Sel, partito che all'Italicum si oppone, forse non può essere liquidato come semplice "malizioso".