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Al voto con l'Italicum: ecco chi resta fuori

Mario Monti, Matteo Salvini e Angelino Alfano

Andrea Tempestini
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Habemus Italicum. L'intesa sulla riforma elettorale, confermata da più fonti, pare cosa fatta. Il testo base messo a punto da Silvio Berlusconi e Matteo Renzi e approvato dalla commissione Affari Costituzionali di Montecitorio verrà limato con alcune modifiche. Il premio di maggioranza, al massimo del 15% dei seggi, passerà dal 35 al 37 per cento. Cambia anche lo sbarramento per i partiti in coalizione, ridotto dal 5 al 4,5 per cento. Dovrebbe poi essere recepita la cosiddetta norma "salva-Lega": i partiti che ottengono almeno il 9% in tre regioni rientrano comunque in Parlamento. Inoltre, su richiesta di Ncd, vengono inserite le multi candidature. Alla luce di questo nuovo quadro normativo, e in base agli ultimi sondaggi, si può cercare di fare una proiezione sull'Italia che sarà. O, meglio, sul risultato delle prossime elezioni. Il primo e macroscopico verdetto è che si andrà al ballottaggio. Stando agli ultimi sondaggi di Euromedia Research e del TgLa7 di Enrico Mentana, infatti, nessuna coalizione ad oggi riuscirebbe ad ottenere al primo turno il 37% e il relativo premio di maggioranza: per Euromedia il centrodestra è in vantaggio sul centrosinistra (33,7% contro 32,5%); per il TgLa7 è davanti il centrosinistra di 0,3 punti (33,8% contro 34,1%). In nessun caso, dunque, una coalizione si potrebbe imporre al primo turno. Chi resta fuori - Poi l'attenzione si sposta sui partiti. Fermo restando che Forza Italia, Partito democratico e M5S, in ogni caso, entrerebbero in Parlamento (tutti e tre, in tutti i sondaggi, sono accreditati di percentuali superiori al 20%), è interessante concentrarsi su chi, invece, dal Parlamento rischia di restarci fuori. Partiamo dal centrodestra, dove Ncd di Angelino Alfano viene dato al 3,6% da Euromedia e al 4% dal TgLa7; la Lega Nord viene data al 4,1% e al 4 per cento. I due partiti, dunque, rischierebbero di restare fuori anche in coalizione (di sicuro se nel caso in cui corressero da soli: lo sbarramento resta all'8%). Il Carroccio, però, potrebbe sperare di prendere il 9% in almeno tre regioni (Lombardia, Veneto, Piemonte o Friuli Venezia Giulia) Gli alfaniani, inoltre, rischierebbero di sparire anche se alleati in una ipotetica coalizione di centro. La soglia di sbarramento per una coalizione è infatti del 12%, e se al 4% di Ncd ci si aggiunge l'1,6%-1,9% di Scelta Civica e il 2,6%-1,7% dell'Udc di Pier Ferdinando Casini l'asticella del 12% continuerebbe a distare diversi punti percentuali. Di sicuro i "centrini" paiono spacciati. Nel centrosinistra, invece, il Psi e i Verdi resterebbero fuori anche in coalizione (vengono dati sotto all'1%). Rischia (e rischia molto) anche Nichi Vendola con la sua Sel, fuori dai giochi nel caso in cui corresse fuori da una coalzione ma a rischio di schiantarsi contro lo sbarramento anche se apparentata al Partito democratico: Euromedia e il TgLa7 danno Sel al 3,2%, a più di un punto percentuale di distanza dalla soglia necessaria per entrare in Parlamento. Tornando nel centrodestra, stesso discorso per Fratelli d'Italia, che oscilla tra il 2,2% e il 2,6%, e che dunque col nuovo Italicum, al pari di tutti gli altri partiti non citati, rischia di sparire. di Andrea Tempestini @antempestini

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