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Sondaggio TgLa7: con l'Italicum il Paese al ballottaggio

Silvio Berlusconi e Matteo Renzi

Il sondaggio del TgLa7. Al voto oggi con l'Italicum? Pareggio e doppio turno. Crollo verticale della fiducia in Letta. Tutte le cifre partito per partito

Andrea Tempestini
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L'Italia al ballottaggio. E' questo il verdetto del sondaggio del TgLa7 di Enrico Mentana (nel caso in cui l'Italicum diventasse legge). La riforma messa a punto da Matteo Renzi e Silvio Berlusconi - pioggia di emendamenti permettendo - prevede infatti un doppio turno tra la prima e la seconda forza in campo nel caso in cui una lista o una coalizione non si imponga al primo turno con almeno il 35% dei consensi. Così, secondo la rilevazione del TgLa7, se si andasse al voto oggi con l'Italicum il Paese si confronterebbe con un ballottaggio. Le coalizioni di centrodestra e centrosinistra sono sostanzialmente in pareggio: la prima con il 33,8% dei consensi, la seconda con il 34,1 per cento. Sinistra e destra - Il teorico vantaggio del centrosinistra, dunque, è quasi infinitesimale: 0,3 punti appena. Il Pd, pur restando il primo partito, perde un significativo 1,8%: oggi è al 29,2% rispetto al 31% del sondaggio di metà dicembre. Quini Sel al 3,2%, in crescita dello 0,5%; il Psi viene dato allo 0,8% rispetto al precedente 0,9 per cento. Gli altri partiti della probabile coalizione di centrosinistra, in crescita dello 0,2%, raccolgono lo 0,9. Nel centrodestra Forza Italia cresce dello 0,5% al 21,6 per cento. Nella Lega Nord funziona la "cura Salvini": il Carroccio guadagna lo 0,7% e si assesta a un 4% tondo tondo. Della stessa percentuale viene accreditato il Nuovo Centrodestra di Alfano (in calo dello 0,1% al 4%). Fratelli d'Italia viene dato stabile al 2,6% mentre le altre forze della probabile coalizione raccoglierebbero l'1,6%, in calo di 0,8 punti percentuali. Gli altri e il premier - La melina sulla riforma elettorale mette le ali al Movimento 5 Stelle, in crescita dell'1,9% al 23,6% (a metà dicembre veniva accreditato del 21,7%). Sempre più impalpabile, quasi sparito definitivamente, il centro. Ciò che resta di Scelta Civica e di Mario Monti viene dato all'1,9%, in calo di 0,3 punti percentuali. Tonfo anche per l'Udc di Pier Ferdinando Casini, in calo dello 0,7% all'1,7% (a metà dicembre veniva accreditato del 2,4). Tra gli altri partiti, Rifondazione comunista perde lo 0,1% e va all'1,1%, l'Idv lascia per strada lo 0,2% e si assesta allo 0,5%; i Verdi vengono dati allo 0,7%, in calo di 0,2 punti percentuli; Fare, in calo dello 0,2%, viene dato allo 0,5 per cento. Elefantiache le dimensioni del partito dell'astensione, quotato al 32,8% (in calo dello 0,1%). Continua infine il crollo verticale della fiducia nel premier, Enrico Letta, scesa al 26%, 3 punti percentuali in meno rispetto ad appena un mese fa.

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