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I renziani in pressing su Letta: "Molla le poltrone o vai a casa"

Enrico Letta

Ignazio Stagno
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La vita del governo Letta ormai è appesa ad un filo. L'esecutivo è accerchiato. Fino a ieri chiedevano il voto anticipato solo il Cav e Grillo. Adesso a spingere per il ritorno alle urne è anche il Pd, il partito del premier. Matteo Renzi e i suoi spingono sull'acceleratore. Il rottamatore sa bene che più tempo resta tra palazzo Vecchio e il Nazareno e più aumentano le probabilità che il suo effetto-novità si bruci. E allora manda avanti i suoi a chiedere la testa di Letta. Prima Faraone che ha parlato di un "governo da cambiare", poi lo stesso Renzi che ha sfiduciato Letta e Alfano con un "io sono diverso, non c'entro nulla con voi", e ora altri due renziani doc sparano sull'esecutivo del premier. "Il governo vada a casa" -  Il primo ad alzare la voce è Dario Nardella che al Fatto Quotidiano dice: "Il rimpasto noi non lo chiediamo, ma se Letta, già a metà gennaio, non riesce a mettere mano, e subito, ad alcune cose, poche, ma tutte da fare, allora è molto meglio riconosca che non ci sono più le condizioni per andare avanti, passi la mano e si vada, al più presto, a elezioni anticipate”. Poche ore dopo rincara la dose Ernesto Carbone: "Sulle riforme non si è fatto nulla, tranne i caffè tra Violante e Quagliariello, sulla legge elettorale siamo alla farsa e l'unica vittoria, il suo spostamento dal Senato alla Camera è tutto e solo merito di Renzi, e sulla spesa pubblica, tra buoni propositi e commissari, non si vedono tagli. Ribadisco: se il governo Letta va avanti così, è meglio andare a votare”. Così adesso Letta è a un bivo. O apre il valzer delle poltrone per dare spazio ai renziani nel governo oppure rischia di non mangiare la colomba. Prima di Pasqua il governo potrebbe cadere e così a maggio si tornerebbe alle urne. A tenere banco sono le indiscrezioni su un probabile rimpasto di governo a gennaio. Il toto-ministri -  Comincia il toto ministri, ma prima c'è anche il toto-trombati. Infatti a saltare non sono in pochi. A rischiare ad esempio è las quadra di Alfano.  Renzi vuole le Infrastrutture e Lupi potrebbe finire così al timone di Ncd. Nel mirino del rottamatore ci sono anche i Pd tecnici come Giovannini o bersaniani come Zanonato o dalemiani come Bray. In caso di "mini-rimpasto" potrebbero entrare in squadra un sponente del Psi, Craxi o Di Lello, ma anche un nome di Centro democratico di Tabacci. Nel caso in cui si andasse invece verso un "rimpastone" allora Ichino potrebbe andare al Lavoro mentre Epifani allo Sviluppo economico. Ma con un rimpasto massiccio i renziani chiederebbero un passaggio formale a Letta con tanto di apertura della crisi e voto di fiducia a un Letta-bis. La terza via è una sola: il voto in primavera. 

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