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Scelta Civica a Letta: "La pazienza ha un limite"

Enrico Letta visto da Benny

Andrea Tempestini
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C'è chi si ostina a chiamarle larghe intese, quando i margini di sopravvivenza sono minimi, risicatissimi. Per esempio, basta un Mario Monti qualunque ad archiviare un governo ballerino, basta un Professore tra tanti per spedire a casa Enrico Letta. E il giorno in cui il centrino staccherà la spina all'esecutivo potrebbe non essere nemmeno troppo lontano. Parole e musica della segretaria nazionale di Scelta Civica, Stefania Giannini: "Senza il nostro contributo il governo sulla legge di Stabilità avrebbe corso rischi seri. La chiusura del bilancio era troppo importante e per questo abbiamo deciso di votarla lo stesso. Ma in futuro...". "La pazienza ha un limite" - Già, in futuro, se non arrivassero gli otto voti in Senato rimasti a Monti dopo la scissione dei popolari di Mario Mauro, il governo andrebbe in minoranza (il margine, infatti, è di sette voti). E, ora, tra gli arrabbiati con l'esecutivo, ci sono anche i centrini dell'ex premier. Per loro parla la segretaria, che apre il fuoco contro la contestatissima legge di Stabilità: "Certo, non lo nascondo, ho votato turandomi il naso. Io e il mio gruppo per questa volta - ribadisce - abbiamo votato la fiducia, ma vorrei ricordare la premier che aveva promesso di giocare all'attacco, invece l'ultima mossa mi pare parecchio in difesa, e la pazienza ha un limite". La norma nel mirino - I montiani, nel dettaglio, contestano "l'uscita dal portone per poi rientrare dalla finestra" di una norma contenuta nella legge che prevede la stabilizzazione dei precari nella Pa e nelle società partecipate. "Si legge tanto di spending review, di crescita e sviluppo - dice la Giannini, 53 anni -, e poi invece ecco che passa la misura che riguarda le municipalizzate". E ancora: "Si pensa a garantire in blocco quello che c'è, a stabilizzare chi ha avuto contratti...". Un corso che, a Scelta Civica, non piace. E senza i voti dei centrini, il governo va a casa. 

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