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Sel vuole introdurre a scuola "l'ora di amore"

Il corso di "educazione sentimentale" è in realtà un lavaggio del cervello per compiacere le comunità femministe e gay

Giulio Bucchi
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L'idea formalmente è di Celeste Costantino, deputata di Sel, e pèorta la firma di quasi tutte le donne del gruppo (e fra gli uomini del solo Gianni Melilla). Ma è una fissa di Laura Boldrini, che essendo presidente della Camera non può vergare con il suo nome le proposte di legge. Può però aiutare a farle volare nel loro percorso, ed è proprio quello che la Boldrini sta facendo per trasformare in realtà l'idea sposata dal partito di Nichi Vendola di inserire obbligatoriamente in tutte le scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione un'ora alla settimana di «educazione sentimentale».  La Boldrini ci tiene tanto, e più volte in queste settimane vi ha fatto riferimento nei discorsi ufficiali. Tanta insistenza ha già causato qualche commento ironico: «Lei è molto innamorata, e vuole regale quell'ora di amore per tutti i ragazzi», sorride un suo compagno di partito.  Che la Boldrini sia innamorata, è apparso evidente dalla tenacia con cui ha difeso il proprio compagno pizzicato a bordo dell'aereo blu durante la scampagnata in Sudafrica per i funerali di Nelson Mandela. Ma l'ora di educazione sentimentale che si vorrebbe introdurre a scuola sembra un po' diversa dal cuore del presidente della Camera come lontana è dal riferimento culturale che verrebbe immediato, quello di Gustave Flaubert. Più prosaicamente le donne di Sel vogliono ribaltare attraverso la scuola quella che considerano la più grande delle sventure: il modello di uomo e di donna che sarebbe stato imposto agli italiani negli ultimi 30 anni dalla televisione privata e dalla pubblicità. Quindi da Silvio Berlusconi, intorno a cui si gira senza mai nominarlo. Gli insegnanti della nuova materia dovranno destrutturare il modello uomo-donna della tv per sostituirlo con un sentimento che non ha più differenze di genere, dove tutto è eguale: il rapporto fra uomo e donna, fra uomo e uomo e fra donna e donna. In una recente intervista a La Stampa proprio la Boldrini ha insistito: «ritengo che le materie inerenti al rispetto di genere e all'educazione sentimentale debbano accompagnare il programma scolastico fin dalle elementari», e di fronte alle critiche di chi difende il diritto della famiglia a un'educazione sentimentale non imposta dallo Stato, il presidente della Camera si è fin meravigliata: «Ne sono sorpresa, non vedo alcuna accezione negativa nell'educazione al rispetto. Non conosco nessuna religione favorevole all'uso della violenza in un contesto domestico». Nella relazione di accompagnamento della proposta di legge Costantino & c si spiega : «Parte essenziale di questo insegnamento è la valorizzazione del fondamentale contributo che le donne hanno dato alla civilizzazione delle società, all'avanzamento del diritto e dei diritti, al miglioramento delle condizioni di vita della società».  Poi appunto si procede contro il vero obiettivo: «Rompere gli stereotipi è possibile se si alimentano sentimenti di affetto, riconoscenza e condivisione e non solo se si parla di parità. Se il sistema mediatico fornisce una rappresentazione schiacciata solo sulla mercificazione del corpo femminile, la scuola ha il dovere di ristabilire un equilibrio della sua immagine». Il testo di legge stabilisce che «Nelle scuole del primo e del secondo ciclo è introdotto l'insegnamento dell'educazione sentimentale finalizzato alla crescita educativa, culturale e emotiva dei giovani in materia di parità e di solidarietà tra uomini e donne».  Codificata con norma anche la missione: «La scuola, anche attraverso l'educazione sentimentale, promuove il cambiamento nei modelli di comportamento socio - culturali delle donne e degli uomini al fine di rimuovere i pregiudizi, i costumi, le tradizioni e le altre pratiche basate sull'idea di una distinzione delle persone in ragione del genere di appartenenza o su ruoli stereotipati per le donne e per gli uomini, in grado di alimentare, giustificare o motivare la discriminazione o la violenza di un genere sull'altro».  Poi le conseguenze pratiche di questa idea: «A partire dall'anno scolastico 2014/2015, l'orario settimanale di insegnamenti e attività delle scuole dell'istruzione secondaria di primo e secondo grado è aumentato di un'ora dedicata all'educazione sentimentale», e non sarà facile fare i calendari delle lezioni, visto che nella scuola superiore già oggi i ragazzi passano ogni giorno 5 o 6 ore. Ma naturalmente l'ora di educazione sentimentale serve anche ad altro: a una nuova infornata di insegnanti nella scuola pubblica, tema assai caro alla sinistra: «sono ridefiniti in aumento gli organici del personale docente delle scuole dell'istruzione secondaria del primo e del secondo ciclo dell'istruzione al fine di garantire l'insegnamento dell'educazione sentimentale». L'ora di amore scolastico dovrà fare il suo ingresso anche in università, per specializzare sulla materia anche il futuro corpo docente: «Le università provvedono a inserire nella propria offerta formativa corsi di studi di genere o a potenziare i corsi di studi di genere già esistenti, anche al fine di formare le competenze per l'insegnamento dell'educazione sentimentale». Infine la piccola perla: ci vorrà il bollo (ma sì, anche l'autocertificazione) del classico “visto si stampi” su tutti i testi scolastici, che dovranno essere in regola con i buoni sentimenti: «attestino il rispetto delle indicazioni contenute nel codice di autoregolamentazione polite (pari opportunità nei libri di testo), redatto con il contributo della Commissione europea e del Governo italiano». di Franco Bechis

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