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Pd e Forza Italia, possibili intese sulla riforma elettorala
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Angelino Alfano ha riunito ieri sera al Senato i gruppi del Nuovo centrodestra. Ai suoi ha detto che è necessaria una accelerazione sulla riforma della legge elettorale per scongiurare che Forza Italia e il Pd trovino un accordo sul Mattarellum, ovvero un sistema misto con il maggioritario per tre quarti dei seggi, proporzionale per il restante, ma soprattutto con una soglia di sbarramento del 4%. Gli alfaniani non lo vogliono perchè li constringerebbe ad allearsi con il Cavaliere. Una corsa contro il tempo per Alfano, visto che emissari di Silvio Berlusconi e quelli di Matteo Renzi sono già al lavoro per trovare una sintesi tra i desiderata dei leader e già c'è chi ha annunciato che la riforma della legge elettorale sarà portata in Aula entro il 31 gennaio. La preoccupazione degli ex azzurri è evidente. "La maggioranza politica che sostiene il governo deve definire una posizione e su questa si confronterà con le opposizione", tuona Fabrizio Cicchitto fissando un punto da non varcare: "Non sono condivisibili maggioranze a geometria variabile, chi le cerca vuole buttare via tutto". Molto più esplicito Roberto Formigoni: "Renzi sappia che, se fa accordi fuori dalla maggioranza, la maggioranza salta". Preoccupazioni condivise anche da diversi democratici, da cuperliano Vannino Chiti a Rosi Bindi che invita il neo segretario del Pd a "non spaccare la maggioranza" e gli suggerisce di non stabilire un asse privilegiato con Berlusconi. Da parte loro, scrive oggi il Corriere, gli alfaniani propongono a Renzi il modello "sindaco d'Italia", ovvero doppio turno con ballottaggio che in un primo tempo è stato il cavallo di battaglia di Renzi. Che ancora non ha chiarito quale tipo di riforma elettorale gli piace, ma continua a lanciare segnali di fumo per capire cosa gli convenga di più. L'obiettivo però è chiaro: arrivare a votare a maggio per le politiche insieme alle europee.
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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