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Legge elettorale, Forza Italia apre al Pd, Formigoni (Ncd) sbotta: "Riforme insieme o non c'è più maggioranza"

"Nuovo testo entro il 31 gennaio". Il presidente forzista della commissione Affari Costituzionali alla Camera è fiducioso. Alfaniani nell'angolo

Roberto Procaccini
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L'isolamento del Nuovo Centrodestra. Forza Italia raccoglie l'invito del Pd del neosegretario Matteo Renzi (che ha già lanciato allo stesso modo inviti alla cooperazione verso Movimento 5 stelle e Sel) ad accelerare l'iter parlamentare di riforma della legge elettorale. E gli alfaniani, usciti dal Pdl proprio per "la responsabilità del governo", alzano la voce: "Le riforme si facciano con noi, o non c'è più una maggioranza". Ma che la trattativa tra democratici e forzisti proceda bene è dimostrato dall'ottimismo degli stessi deputati azzurri. "La mia proposta è quella di licenziare un testo dalla commissione per l'Aula entro il 31 gennaio - afferma Francesco Paolo Sisto, presidente per Forza Italia della Commissione Affari Costituzionali -. Abbiamo un mandato cui adempiere datoci dal Paese e dalla Corte Costituzionale e che dobbiamo svolgere rapidamente, ma in maniera efficace". La data suggerita dal deputato non è vincolante, ma indicativa della volontà politica di fare presto: "Il termine del 31 gennaio non è tassativo, ma vuole essere indicativo di una volontà di procedere rapidamente facendo le cose per bene - aggiunge -. Abbiamo un mandato cui adempiere dalla Corte Costituzionale e del paese. Dobbiamo dare una indicazione chiara, forte, un lavoro da svolgere rapidamente per non apparire ma essere". Gli alleati traditi - Messi all'angolo, gli uomini del vicepremier Angelino Alfano alzano la voce per provare a contare. "Se Renzi fa accordi fuori dalla maggioranza, la maggioranza salta - minaccia Roberto Formigoni, intervistato da IntelligoNews -. Se si tornasse alle urne il 25 maggio andremmo a votare ancora con questo sistema istituzionale, perché nessuna riforma istituzionale può essere fatta in questi tempi - sostiene -. Quindi, andremmo a votare ancora senza aver abolito il Senato, senza aver dimezzato il numero dei parlamentari, senza essere intervenuti sulle province. Renzi vuole intestarsi, oltre alle elezioni anticipate, anche questi risultati?".

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