Quirinale, Napolitano: "Berlusconi non parli di golpe e sostenga il governo sulle riforme"
Il presidente blinda Letta: "Il governo deve andare avanti e lavorare, l'Italia deve avere una guida almeno per tutto il 2014"
Anche se non è uno show elettrizzante, la legislatura deve andare avanti. Lo ribadisce Giorgio Napolitano, nel tradizionale saluto natalizio alle istituzioni al Quirinale, sottolineando l'importanza di varare le riforme. In questo, il presidente della Repubblica è coerente: lo disse ad aprile, quando fu rieletto in modo sorprendente, vincolando la propria permanenza sul Colle all'attività del Parlamento. Oggi, circa 8 mesi dopo, poco per la verità è accaduto. E forse per questo Re Giorgio torna a minacciare: "Valuterò la sostenibilità, istituzionale e personale, del mio gravoso incarico". E la condizione che resti al suo posto è chiara: il governo almeno per il 2014 deve restare incarico, costi quel che costi. Da Forza Italia, per bocca di Renato Brunetta, arrivano critiche durissime: "Si perde il senso della misura, il presidente non può essere di parte. Ha travalicato i suoi compiti e il ruolo che gli assegna la Costituzione". "Niente elezioni anticipate" - "L'Europa ci guarda ed è diffusa, credo, tra gli italiani la domanda di risposte ai loro costanti problemi piuttosto che l'aspettativa di nuove elezioni anticipate dall'esito più che dubbio", ha detto chiaro e tondo Re Giorgio, secondo cui "l'importante è che su queste basi l'Italia continui ad essere governata, innanzitutto nel così impegnativo 2014 che sta per cominciare". Tradotto: se crisi sarà, che avvenga almeno nel 2015, non prima. Napolitano si finge non preoccupato dalla scalata di Matteo Renzi al Pd, e anzi conta su di lui e sul Nuovocentrodestra di Angelino Alfano per blindare il governo Letta. Secondo il capo dello Stato il Parlamento è "rinvigorito da più giovani forze e da nuove leadership in diverse formazioni politiche". Il convitato di pietra, letteralmente, è Silvio Berlusconi. Il Cavaliere non era a Roma, avendo preferito restare ad Arcore con Francesca Pascale e Dudù, in vista della partita di questa sera a San Siro tra Milan e Roma. Ma il suo nome è stato evocato direttamente, dallo stesso presidente. "Berlusconi non evochi colpi di Stato o oscuri disegni", ha avvertito, per poi lanciare un appello a Forza Italia: "Non abbandoni il percorso riformatore". La rottura del 2 ottobre scorso non deve comportare la fine di quel patto per le larghe intese "di cui sono state poste le premesse tra giugno e settembre con la relazione della Commissione presieduta dal ministro Quagliariello". "Sarebbe dissennato buttar via quel prezioso telaio propositivo e rinunciare a trarne le conclusioni che spettano al Parlamento".