Renzi tratta con Berlusconi sul Mattarellum e con Grillo sul finanziamento ai partiti
Oggi a Milano l'Assemblea del Pd incoronerà il segretario, che rilancia la sfida a Letta, governo e larghe intese. Strizzando l'occhio all'opposizione
C'è un Matteo Renzi buono per ciascun elettore. Quello che pensa alla riforma elettorale "lampo", da fare in poche settimane, per esempio, piace tanto a Silvio Berlusconi: l'intesa sul dopo Porcellum, assicurano i fedelissimi del neosegretario Pd e del Cavaliere, si può trovare rottamando la legge già massacrata dalla Corte Costituzionale e tornando semplicemente a quello che c'era prima, il Mattarellum. Si tratterà semplicemente di ridisegnare i collegi uninominali, qualche mese e il gioco è fatto. Con tanti saluti, naturalmente, al governo Letta. Ma c'è un Renzi che guarda anche dall'altra parte, il Movimento 5 Stelle. L'offerta a Grillo e 5 Stelle - Oggi a Milano, quando l'Assemblea nazionale del Pd lo incoronerà ufficialmente segretario, Matteo è pronto a rilanciare la sfida a Beppe Grillo direttamente sui soldi ai partiti. Incassata l'accelerazione (parziale) di Letta sullo stop al finanziamento pubblico, Renzi deve fare un passo in avanti per lasciarsi alle spalle sia il premier sia il capopopolo grillino: al popolo democratico di Milano annuncerà l'intenzione di rinunciare fin a subito ai finanziamenti (e non dal 2017) in cambio di un sì all'abolizione delle Province e degli enti inutili (come il Cnel) e la modifica del Senato in Camera delle autonomie locali, con presidenti delle Regioni e sindaci. "L'agenda la detto io" - Il senso della mossa è chiaro: "Da oggi l'agenda del governo la detto io". Ma per non sembrare troppo inciucista (trovare punti d'incontro con Berlusconi, sia pure sul Mattarellum, potrebbe attirargli qualche velenosa critica interna) né troppo filogrillino, ecco che Renzi è pronto a sparigliare cavalcando un classico della sinistra: "l'avanti tutti". E dopo i soldi ai partiti, ecco il segretario annunciare l'abolizione della Bossi-Fini