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M5S, altro che "Sveglia!": il grillino Cariello dorme alla Camera

Buonanotte al deputato a 5 Stelle: sempre presente e sempre in seconda fila. E ogni tanto a Montecitorio ci scappa pure il sonnellino

Giulio Bucchi
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«Svegliamoci! Ora tocca a noi». Con quel manifestino automotivazionale copiato dagli opuscoli dei Testimoni di Geova i grillini avevano tappezzato il Web durante la campagna elettorale. Preveggenti come sempre, le menti più raffinate dell'intellighentia liberal erano state le prime a crederci. Su Internet gira ancora l'intervista rilasciata a fine febbraio da Bill Emmott a Repubblica.it, in cui l'ex direttore dell'Economist spiega da par suo che «il movimento Cinque Stelo è uno partito che vuole sveliare l'Italia dal coma». Il signore che vedete rannicchiato in posizione fetale (segno inconscio di nostalgia del grembo materno e d'insicurezza dinanzi alle sfide del mondo) su uno dei divani in pelle di contribuente dei corridoi di Montecitorio è appunto il deputato a Cinque Stelle Francesco Cariello, classe 1975, ingegnere di Bitonto. La fotografia non gli rende giustizia: chi l'ha scattata racconta che dal calzino sinistro (il nostro s'era tolto le scarpe) spuntava un alluce ribelle, unica concessione anticonformista a un cliché già visto milioni di volte da quelle parti: il pisolino dell'onorevole, che le consuetudini di Palazzo impongono di calendarizzare al termine di una bella magnata nelle trattorie contigue. Sulla poltrona accanto, più composto ma altrettanto vigile, il grillino Samuele Segoni. «Credo nel lavoro duro, non ho paura di lavorare», aveva promesso Cariello appena eletto, ancora ignaro della qualità di certi giacigli. Come altri adepti della Setta delle Cinque Stelle, risulta essere una sorta di recordman delle presenze, ma di quelli che ti fanno venire il dubbio se quantità e qualità vadano di pari passo. Il sito OpenParlamento, che raccoglie tutte le statistiche delle Camere, certifica che si è presentato al 98,6% delle votazioni. Ha anche firmato venti proposte di legge, quattordici mozioni e otto risoluzioni. Numeri buoni per gonfiare gli indici di produttività, cui i grillini tengono molto. Dietro a queste cifre, però, di lavoro vero ce n'è poco e di valore aggiunto zero: nessuno di quei provvedimenti, infatti, lo vede come primo firmatario. Insomma, è uno dei tanti che schiacciano il bottone come il capogruppo gli ordina di fare e sottoscrivono gli atti preparati dai colleghi di partito: fa curriculum e non costa nulla.  L'immagine che lo ritrae intento a riflettere sulla ineluttabilità della rivoluzione grillina è stata scattata 24 minuti dopo la mezzanotte, tra venerdì e sabato, davanti alla Commissione Finanze. Nella vicina Commissione Bilancio, di cui Cariello fa parte e alla quale Segoni si era aggregato, era in esame la legge di stabilità, il provvedimento più importante dell'anno. I lavori erano stati sospesi alle 21.10 e sarebbero ripresi alla mezzanotte e tre quarti. Pausa per i grillini, ma non per tutti: altri parlamentari erano già impegnati ad accordarsi sugli emendamenti, io voto il tuo se tu voti il mio e cose del genere. Trattative “informali” che spesso si rivelano decisive, ma alle quali i pentastellati hanno scoperto di preferire il comfort degli arredamenti formato casta. Camera sì, ma da letto è meglio. Le cronache raccontano che Cariello e Segoni si sono svegliati e hanno partecipato ai lavori notturni della Commissione. L'onore è salvo, ma la legge di stabilità va avanti come se loro non ci fossero e la svolta del «movimento Cinque Stelo», con buona pace di Bill Emmott e di tanti altri fini analisti, dopo nove mesi di lavori parlamentari non si è ancora capito in cosa consista. Più che la sveglia che squilla, il simbolo del movimento è il grillino che dorme nei corridoi mentre gli altri trafficano. Continua così, alla sveglia (quella vera) provvederanno gli elettori. di Fausto Carioti

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