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Torino, corteo degli studentisconti con la polizia: fermati 4 studenti

In Piemonte giovani (e sindacati) in piazza per chiedere le dimissioni di Cota. In Laguna i centri sociali attaccano con bombe carta e fumogeni

Lucia Esposito
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Le piazze italiane continuano ad essere infuocate. Questa mattina, sabato 14 dicembre, tocca a quelle di Torino e Venezia, che hanno ospitato rispettivamente le manifestazioni gemelle di studenti e sindacati nel primo caso e centri sociali nel secondo. A Torino, già centro nevralgico della protesta dei Forconi negli scorsi giorni, alcune centinaia di ragazzi delle scuole superiori e università sono partiti in corteo da piazza Arbarello per raggiungere piazza Castello, davanti al palazzo del governo regionale, per unirsi alla manifestazione dei sindacati partiti da piazza Vittorio Veneto. Il corteo è aperto dallo striscione "Diritto allo studio, trasporti, cultura. Mandiamo Cota a casa". Alla manifestazione partecipano gli Studenti Indipendenti e Mensa Liberata, Last, Cub Piemonte, Rifondazione Comunista, Sel, Terra del Fuoco, Acmos e i Teli Bianchi dei Giovani Democratici. Durante il corteo ci sono state tensioni e scontri con la polizia, conclusi con l'identificazione di quattro ragazzi (di cui tre minori) per gli incidenti davanti al palazzo della Regione Piemonte in piazza Castello. Gli studenti chiedono le dimissioni del governatore Roberto Cota.  Guarda le foto degli scontri di Torino Sindacati: "15mila in piazza" - Secondo Cgil, Cisl e Uil sono state 15mila le persone che hanno aderito alla manifestazione unitaria contro le politiche del governo Cota. In piazza anche delegazioni di partiti: Pd, Sel e Radicali. Dal palco, i rappresentanti dei sindacati piemontesi hanno preso le distanze dai Forconi: "Nei giorni scorsi - ha spiegato il segretario regionale della Cgil Alberto Tomasso - abbiamo assistito a proteste che hanno creato caos e disordine pubblico, dobbiamo chiederci a chi giovano il caos, le politiche di intimidazione messe in atto?". Ed ancora "la conclusione qualunquista Tutti a casa non ci sta bene. Chiediamo Per sostituirli con chi?".  Centri sociali a Venezia - I momenti di maggior tensione si sono però registrati a Venezia, dove alcuni giovani dei centri sociali hanno aggredito le forze dell'ordine lanciando bombe carta e fumogeni. La polizia ha reagito con alcune cariche di alleggerimento. Il ponte di Calatrava è stato chiuso, mentre due antagonisti sarebbero stati portati in questura per accertamenti.

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