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Berlusconi: "Non farò come Craxi, lotterò in Italia. Il suo libro? Lo leggo in carcere"

Il leader di Forza Italia ricorda Bettino: "Combatto anche per lui. Non siamo un Paese democratico, contro di me 4 colpi di Stato di sinistra e toghe"

Giulio Bucchi
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"Ho letto solo le prime 30 pagine del libro sulla vita di Bettino Craxi. Vuol dire che le altre mi riserverò di leggerle quando sarò in galera...". E' l'unica battuta, amara, che Silvio Berlusconi riserva ai giornalisti durante la presentazione del volume curato da Niccolò Amato sullo storico leader socialista, morto a Hammamet, in Tunisia, 19 gennaio del 2000. Per il resto, i toni sono gravi, preoccupati, cupi. La sensazione è che il leader di Forza Italia tema un nuovo assalto giudiziario, un modo per eliminarlo definitivamente dalla vita politica italiana. Di una cosa, però, il Cavaliere è certo: "Non andrei via dal mio Paese per evitare una carcerazione, sarei colpevole nei confronti di chi mi ha dato il voto". Esilio, fuga? Tutte opzioni impossibili, dunque. "Sono disposto a continuare la lotta, perché non solo non darei una fine decorosa alla mia avventura umana, ma sarei anche colpevole nei confronti di coloro che mi hanno dato il voto. Sento di avere la possibilità di convincere i nostri concittadini che abbiamo ancora molte chance di cambiare la situazione e di fare del nostro Paese un Paese civile e democratico". "Quattro colpi di Stato" - Berlusconi come Craxi, ma solo per l'accanimento giudiziario. La reazione sarà diversa. "Capisco Bettino - prosegue il leader di Forza Italia -,non c'era speranza alcuna ma io sono   intenzionato a continuare la lotta, non andrò all'estero e lo farò anche per il mio amico Bettino". Il nemico comune, secondo il Cav, è la magistratura che a suo dire si è accordata con alcuni partiti per "assassinare il leader del centrodestra e portare a compimento il disegno di vent'anni di eliminarmi dalla scena politica". E tra quei naturalmente il principale è il Partito democratico. Intorno al maggior partito della sinistra "e a Magistratura democratica" sono ruotati i "quattro colpi di Stato" messi in atto dal 1994 ad oggi contro di lui. L'ultimo, secondo Berlusconi, nel novembre 2012: "Quando si diffuse la notizia di un mio ritorno in campo, si cambiò la strategia: oltre ai pm di estrema sinistra, scesero in campo contro di me anche i giudici: tre su tre di strema sinistra e sono stato condannato". "L'Italia - conclude - è l'unico Paese dell'Occidente che ha una magistratura che non è controllata e non è controllabile. E' una magistratura che ha una completa impunità. L'Italia non è una democrazia".      

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