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Pd, il portavoce di Renzi Nicodemo: "Letta? Un governaccio", Fassina "cretino"

Il neo-responsabile della comunicazione feroce con esecutivo e ministri, da Zanonato al guru economico di Bersani. E del premier diceva...

Giulio Bucchi
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Giudizio sull'esecutivo di Enrico Letta? «Un governaccio», e «cari compagni» che lo difendete, «siete messi malissimo». E i suoi ministri? «Zanonato, un disastro di sindaco,  un disastro di ministro». Il viceministro dell'Economia, Stefano Fassina? «Un cretino, davvero un cretino». Non esaltante nemmeno il giudizio su Dario Franceschini, che «ora è contro il Mattarellum, perché renderebbe eterne le larghe intese. E no, ciccio, quelli come te le rendono eterne». Tranchant, tagliente. Non sorprendente per un blogger, sia pure di sinistra. Frasi imbarazzanti - ma in qualche modo assai rivelatrici - ora che quel blogger è entrato nella nuova segreteria del Pd di Matteo Renzi. Sì, perché l'autore di quei giudizi si chiama Francesco Nicodemo, napoletano un tempo fra i giovani sostenitori di Antonio Bassolino (con cui ha mantenuto rapporti quasi filiali), dalla prima Leopolda fedelissimo del sindaco di Firenze mentre scalava la vetta del Partito democratico. Da questa settimana Nicodemo è fra i giovani entrati nella nuova segreteria del Pd. Ha 35 anni, un figlio «Ema» (Emanuele) di cui parla con tenerezza perfino nei rari tweet in cui non aggredisce un avversario politico esterno o interno al partito del cuore, e gli è stata data la delega sulla comunicazione del partito. Dalla sua bocca quindi si apprenderà la linea politica ufficiale del Pd e l'interpretazione autentica del pensiero di Renzi, che in molte occasioni ha peccato di eccesso di tentennamenti, di improvvisi ripensamenti dopo slogan roboanti. Nicodemo è l'esatto contrario di questo difetto: è un treno ad alta velocità (anche se si dice contrario alla Tav), pronto a travolgere tutto e tutti con battute e sciabolante tremende. Qualità che di solito non sono ricercatissime negli uomini-comunicazione. Ma chiarezza e sincerità vengono di solito apprezzate dal sistema informativo, alla ricerca di titoli forti (sempre che poi il segretario non li smentisca il giorno dopo). Nicodemo non difetta di chiarezza ed è sicuramente molto diretto. Fatica a trovare un buon rapporto con la stampa, perché basta mettere in dubbio anche solo pallidamente le virtù del suo leader per dovere affrontare la sua scimitarra. Nei mesi scorsi ha menato botte da orbi sul Fatto quotidiano, prendendo di mira in modo maniacale Andrea Scanzi, che ha pensato bene di rendergli la pariglia il giorno del suo grande salto di carriera. Ma non è certo quella la stranezza: i giornalisti dovrebbero pungere per mestiere, gli uomini comunicazione alzare scudi, polvere per confondere e restituire la pariglia seguendo la stessa vocazione professionale. Un po' di arena è naturale, e in fondo sono fatti loro (di giornalisti e comunicatori) che interessano assai poco alla gente. I gran fendenti mollati su Letta e compagnia bella sui social network di Nicodemo però hanno ben altro interesse politico, perché il portavoce in questo caso potrebbe dire quel pensiero di Renzi che molti si immaginano e che lui muovendo i primi passi non può fare uscire dalle sue labbra. Con una certa ruvidezza nelle ultime settimane Nicodemo ha anticipato il licenziamento a Chiara Geloni, direttrice di Youdem e pasionaria di Bersani e Letta. Poi ha liquidato ogni possibilità di futuro incarico per Gianni Cuperlo, che si augurava di chiudere «il ventennio alla nostre spalle». Nicodemo ha chiosato ruvido: «Infatti chiudiamo anche con te». Ha dedicato appena un sussurro alla decadenza di Silvio Berlusconi dal Senato: «Ciao, ciao, Abberluscò». Un po' di Napalm su Udc-Scelta civica: «Asfalta anche tu Casini. Il nuovo gioco per grandi e piccini». Pungente con il ministro della coesione: «Non voglio essere cattivo, ma qualcuno mi spiega Trigilia che cosa sta facendo esattamente? Da un genio al quasi letargo».  E finalmente si è lanciato all'assalto di palazzo Chigi, per rendere evidente come le primarie non riguardassero solo la conquista del partito. «Ciccio, vuoi un motivo per andare a votare? Semplice: dal 9 dicembre o il governo fa oppure finish. Con buona pace di tal Meloni deputato». E di fronte alla pisana Alessia Telese (appena eletta in segreteria provinciale in terra lettiana) che replicava «ma finish de che?», Nicodemo l'ha mandata a stendere: «continui a difendere un pessimo governo», e ricordando che gli iscritti al Pd hanno quello stesso giudizio su Letta e compagnia: «Adeguati». Allo stesso Letta il nuovo responsabile comunicazione del Pd aveva twittato: «Odio i galleggiamenti». E tra una bomba e l'altra lanciata sul governo ogni giorno (più volte al giorno), Nicodemo si divertiva a crocifiggere il viceministro dell'Economia: «Editoriale di sabato sera: Fassina è involontariamente un cretino. Fine editoriale», «Editoriale di quasi mezzanotte: Fassina è un cretino. Editoriale finito», «Editoriale della domenica. Fassina è il signore dei cretini. Editoriale finito».  Il 15 novembre scorso così ha commentato il giudizio della Ue sulla manovra italiana: «Legge di stabilità bocciata. Ma che bravo questo Enrico Letta, uno scienziato proprio. C'è qualcuno con un po' di sagacia di argomenti con cui mi convinca della necessità di un Governo bocciato dalla Ue sulla legge di stabilità?». Dopo l'uscita di Forza Italia dal governo: «non sono più larghe intese: Staccare la spina adesso per il bene della democrazia». Muscolare con la giovane deputata Pd Anna Ascani: «Diglielo a Letta jr che sta arrivando lo sfratto…». di Franco Bechis            

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