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Legge elettorale, il Pd ignora Ncd e Quagliariello alza la voce: "Riforma in 15 giorni con noi o crisi"

I democratici cercano l'intesa con Sel e M5s e non calcolano gli alfaniani. Che, per contare qualcosa, pongono l'aut aut: "Le leggi le propone la maggiornanza"

Roberto Procaccini
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Il Pd che trascura il Nuovo Centrodestra e ammicca ai partiti dell'opposizione. Forza Italia che cerca l'intesa con il Movimento 5 stelle e si dice pronto a parlare anche con Sel. Le larghe intese si sono ridotte, sono finite? No, sono esondate fuori dai propri argini naturali. La riforma della legge elettorale impone nuovi assi trasversali al binario maggioranza e opposizione, mentre il neosegretario Renzi ha appena preso possesso della scrivania da segretario democratico che già il governo Letta pare avviarsi allo scioglimento anticipato. Grandi manovre, insomma, in Parlamento. Con un solo sconfitto: l'Ncd di Angelino Alfano, trascurato da tutti, che per farsi sentire deve ricorrere alle minacce. Alza la voce per contare - Il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano è ignorato dagli alleati di governo, e il ministro Quagliariello pone l'aut aut per farsi ascoltare: "O troviamo l'intesa nei prossimi 15 giorni, o è crisi". Nella commissione Affari Costituzionali in Senato si sta formando una maggioranza anomala intorno alla riforma della legge elettorale. I democratici lavorano a un'intesa con Sel e Movimento 5 stelle (due partiti all'opposizione, quindi): e gli alfaniani? Come non esistessero. Questo è il peso dell'Ncd dalle parti del premier Enrico Letta e del neosegretario Matteo Renzi. E allora le colombe, che hanno lasciato Forza Italia proprio in ossequio alla "stabilità di governo", puntano i piedi e parlano di crisi. "La maggioranza deve avere una proposta che avanza alle opposizioni", tuona Quagliariello ai microfoni di Skytg24, ("e non il contrario" è il sottotesto). "Altrimenti ognuno prenderà le proprie responsabilità", minaccia il titolare del dicastero per le Riforme. Intervista - "Ma cosa può interessare al cittadino - chiede retorico il ministro - se la legge elettorale va alla Camera o al Senato? La riforma si può fare solo se diventa parte di un accordo di governo - insiste -: nessuno può fare le riforme prescindendo dal governo". Se non fosse chiaro, l'ex radicale Gaetano aggiunge: "Il governo se c'è e ha una maggioranza si deve mettere d'accordo". Che poila premura di quelli di Ncd è essere ascoltati, non porre particolari paletti. "Per avere il bipolarismo non basta la legge elettorale - ragiona Quagliariello -, qualunque essa sia se ci sono tre forze equivalenti è difficile avere stabilità perciò per avere il bipolarismo o eleggi direttamente il capo dello stato a doppio turno e il capo dell'esecutivo è frutto di un confronto bipolare, o eleggi direttamente il premier, cioè il sindaco d'Italia, noi siamo apertissimi - è l'apertura - all'una e all'altra soluzione quello che non vogliamo è alzare cortine fumogene". L'abbraccio del Cav ai grillini - Ma Forza Italia non sta a guardare. Silvio Berlusconi è stato chiaro: "Per cambiare la legge elettorale  - ha detto tre giorni fa - sono pronto a fare un governo di scopo anche con Vendola e 5 stelle". A 72 ore dalle dichiarazioni del Cav è venuta la prima mossa degli azzurri di amicizia istituzionale verso gli azzurri. I deputati forzisti in commissione Bilancio hanno votato (prima volta nella storia della legislatura) un emendamento alla legge di Stabilità presentato dai grillini. Il gesto ha più valore simbolico che sostanziale. L'emendamento (riguardo fonsdi da spostare dal settore aeronautico alle bonifiche) non è passato. Ma rappresenta un primo tentativo pratico di intesa.

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