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Pd, Renzi e la segreteria all'alba: "Presidenza a Cuperlo o Civati". Poi incontra Napolitano

Il neo-segretario democratico tra spot e riflettori: vertice lampo a Roma poi sale al Quirinale: in ballo c'è il futuro di Letta

Giulio Bucchi
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Il primo giorno da segretario operativo del Pd Matteo Renzi lo ha iniziato tra un riflettore, una visita ad effetto e una promessa furbetta. Insomma, tutto regolare. Il sindaco di Firenze, da domenica capo del partito, ha debuttato convocando la segreteria del Pd a Roma alle 7.30. Mossa molto reclamizzata, all'insegna del "diamoci una mossa". In realtà, tra un caffè e una chiacchiera, i lavori al largo del Nazareno sono iniziati alle 8.15 e si sono interrotti alle 9, causa fiducia alla Camera con il discorso programmatico di Enrico Letta. Renzi, congedata la sua squadra, si è poi recato al Quirinale, ricevuto dal presidente Giorgio Napolitano. Faccia a faccia istituzionale che sa di qualcosa di più: logico che il capo dello Stato, grande sponsor del governo, si sia voluto sincerare delle intenzioni del rottamatore, magari premendo affinchè la fiducia all'esecutivo duri per tutto il 2014. Al momento, quella tra Renzi e Letta sembra più una tregua che una pace vera e propria. Il diktat del segretario al premier è semplice e secco: una nuova legge elettorale in due mesi. Tradotto in linguaggio politico: il governo ha i mesi contati in ogni caso. Se la legge elettorale non arriva, il Pd toglie la fiducia. Se la legge elettorale arriva, è tutto pronto per il voto anticipato. E in questo caso, la volontà di Silvio Berlusconi (che sogna le urne per la primavera 2014, in abbinamento con le Europee) e la fretta di Renzi di non perdere il magic moment delle primarie coinciderebbero in maniera pericolossissima (per Letta). La proposta a Cuperlo e Civati - "Non c'è tempo da perdere - spiegava Renzi ai giornalisti, di buon'ora -, dobbiamo muoverci per dare subito un segnale al Paese". E la "operatività" invocata dal segretario del Pd può in effetti avere ripercussioni anche sul governo: "Siamo nella condizione di fare delle scelte, è una grande opportunità ma anche una enorme responsabilità". Fiducia assicurata, per ora, ma molto dipenderà sia dall'operato di Letta (che già ha garantito una riforma del Senato "renziana" e una legge elettorale bipolarista) sia dai delicati equilibri all'interno del partito. Dopo aver imbottito la segreteria di giovani estranei alle correnti dominanti (almeno fino all'altro ieri) anche a causa del temporeggiamento di Gianni Cuperlo, Renzi è tornato a proporre una apertura ai due sconfitti delle primarie, il dalemiano Cuperlo, appunto, e il terzista Pippo Civati. Il segretario vuole proporre la presidenza dell'Assemblea del Pd alle minorante interne (che insieme hanno raggiunto il 30%) "per spirito unitario".  di Claudio Brigliadori

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