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Taddei, chi è l'economista di Renzi

Lucia Esposito
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Si chiama Filippo Taddei l'economista di Matteo Renzi. E' un civatiano e molto più a sinistra dello stesso segretario del Pd. Classe 1976, studi tra Bologna e New York, alfiere della lotta all'evasione fiscale con tanto di strali lanciati anche contro la cosiddetta "spesa pubblica improduttiva". Sono alcuni dei tratti dell'identikit di Filippo Taddei, nuovo   responsabile Economico del Pd scelto dal neosegretario del Matteo  Renzi, pescatò dall'entourage dell'altro contendente alla guida dei  democrat, Pippo Civati, di cui ha redatto il programma economico per   le primarie. Il curriculum - Laurea cum laude in Economia all'Università di Bologna, dal   2002 al 2005 studi alla Columbia University di New York, dove ha   conseguito anche un PhD, adesso insegna presso la John Hopkins   University di Bologna. Specialista di macroeconomia, mercati   finanziari e finanza internazionale, basta uno sguardo ai suoi tweet  per capire il Taddei pensiero su alcuni dei temi caldi della  politica economica del Belpaese. Imu  Ecco un cinguettio sull'Imu: "Se la si abolisse si perderebbero circa 4 miliardi di euro di gettito, stando ai livelli 2012. Il  gettito complessivo da Imu in percentuale del Pil è circa la metà  della Francia e della Gran Bretagna. Anche includendo l'Imu, il fisco  italiano non è certo più patrimonializzato che altrove. Inoltre,  l'Imu sulla prima casa è già una imposta piuttosto progressiva: più  della metà di questo gettito viene dal 30% delle famiglie più  ricche. Abolendo l'Imu sulla prima casa, come è stato fatto con una   sospensione per il 2012, si renderebbe il nostro sistema fiscale  perfino più regressivo. In un'economia come quella italiana che, fino  al 2012, vantava una pressione fiscale più alta di Germania, Francia,  Spagna e Inghilterra, una riduzione di imposta è una buona notizia. Eppure non c'è una sola buona ragione economica per cominciare   dall'Imu". Sul mercato del lavoro afferma: "dobbiamo  incoraggiare le persone a investire su se stesse, sulla propria   professionalità e sulle loro attività imprenditoriali, a mettersi in  gioco nella competizione internazionale attraverso le loro capacità e  i loro talenti. L'esatto contrario di quanto è avvenuto in Italia   negli ultimi vent'anni". Mercato del lavoro - Non ha poi risparmiato critiche in materia di mercato del lavoro  al consigliere economico di Renzi. "Gutgeld osserva con esattezza che   il dibattito sull'Articolo 18 è stato completamente fuorviante. Il  tema non dovrebbe essere centrale al nostro dibattito. Eppure,   riconoscere il fatto che il dibattito sia stato errato e manchevole   non equivale a risolvere il problema sottostante".    Fari anche sulla lotta all'evasione fiscale, uno dei suoi   cavalli di battaglia. "Se la lotta all'evasione non ottiene il   consenso della maggioranza degli onesti -scrive - dobbiamo chiederci   perchè".

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