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Primarie Pd, trionfa Renzi: lui il nuovo segretario

Matteo Renzi

Primarie Pd, quasi 3 mln al voto: Matteo al 68%. Distacco siderale per Cuperlo (18%) e Civati (14%). Il discorso: "Ora basta inciuci"

Andrea Tempestini
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La scalata è completa: Matteo Renzi, come previsto, è il nuovo segretario del Partito democratico. A circa tre quarti dello spoglio il sindaco di Firenze è al 67,9% dei consensi. Siderale il distacco degli avversari: il candidato d'"apparato" Gianni Cuperlo è al 18%, Giuseppe Civati al 14,1 per cento. Numeri che frustrano le loro ambizioni. Già pochi secondi dopo la chiusura dei seggi, il sindaco di Firenze aveva cantato vittoria. "Siamo al 70%", diceva il sito matteorenzi.it, citando i numeri delle prime 263.124 schede scrutinate. Una vittoria che è poi stata confermata dallo scrutinio. Renzi si prende il Nazareno. I militanti Pd cancellano la vecchia nomenklatura. E Matteo, nel suo primo discorso da segretario, ha messo in chiaro: "Ora tocca a noi". Poi l'avvertimento al premier Enrico Letta, una frase che assomiglia a un ultimatum: "Ora basta con gli inciuci". Buona affluenza - Le primarie del Pd, alla fine, non sono state un flop: i seggi hanno chiuso alle 20, il dato complessivo sull'affluenza non è stato ancora elaborato, ma le stime indicano quasi 3 milioni di persone al voto (erano 2 milioni alle 17). L'affluenza è comunque significativamente più bassa rispetto alle primarie del 2005 e del 2007 (rispettivamente 4,5 milioni e 3,5 milioni di voti), ma potrebbe superare il ballottaggio del 2012 tra Renzi e Pier Luigi Bersani (2,8 milioni di voti). L'affluenza superiore alle aspettative dovrebbe favorire proprio il sindaco di Firenze. Pochi minuti dopo la chiusura dei seggi ha parlato il segretario reggente, Guglielmo Epifani, che ha espresso "grande soddisfazione per l'andamento del voto", e che ha parlato di "un risultato oltre ogni previsione". Per Epifani sono le ultime ore alla guida del Nazareno: lo scettro di segretario passa al sindaco di Firenze. Il discorso - Nel suo discorso di ringraziamento, Renzi ha detto: "Tocca a noi, tocca ad una nuova generazione. E questa volta il cambiamento sarà vero". Poi un riferimento al vaffa-day di Grillo: "40mila persone si sono raccolte per dire 'vaffa'; oggi oltre due milioni di persone sono andati a votare per la proposta". Quindi il neo-segretario suona la carica: "Da oggi non c'è alibi per nessuno. Chi ha votato oggi ci ha dato l'idea che si possa ancora credere nella cosa pubblica, che il coinvolgimento può ancora cambiare le cose". Renzi ribadisce: "Adesso tocca a una nuova generazione, che però non farà a meno dell'esperienza dei più anziani. Adesso tocca a noi guidare la macchina". Sfuggente la battuta sul governo Letta: "Abbiamo l'ambizione di cambiare l'Italia, non uno o due ministri. Ai teorici dell'inciucio, a chi vuole tornare indietro, oggi due milioni di persone hanno risposto no grazie". Matteo ribadisce poi il suo programma: "Legge elettorale maggioritaria, taglio ai costi della politica, abolizione del Senato. Non saranno i saggi a cambiare le cose - conclude - è con il voto di oggi che dovranno cambiare". Gli sconfitti - I due candidati sconfitti hanno subito espresso i migliori auspici al nuovo gruppo dirigente che si insedierà al Largo del Nazareno. Civati ha sottolineato: "Abbiamo un grande partito. Vorrei che abbia anche coraggio: con questo gruppo dirigente possiamo farle le elezioni e possiamo anche vincerle. E già la prossima settimana possiamo fare una nuova legge elettorale". Quindi Gianni Cuperlo, che ha insistito sull'impostazione data alla campagna, che ha rimesso al centro la riscoperta dei valori della sinistra, che "non si esaurisce stasera e sarà un contributo costante al quale cercherò di dedicare le mie energie".   Il discorso di Renzi da nuovo segretario del Pd Guarda il video su LiberoTv  

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