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Berlusconi: "Italia in mano a giudici impunibili"

Ignazio Stagno
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"L'Italia è un Paese con la libertà condizionata". Silvio Berlusconi torna a paralare e lo fa in un collegamento telefonico alla convention di Forza Italia in corso a Perugia. Il Cav mette nel mirino ancora quella parte di magistratura politicizzata che a colpi di sentenze e inchieste lo di fatto espulso con la decadenza da Palazzo Madama. "Siamo tutti consapevoli che il nostro paese è a democrazia dimezzata, a libertà condizionata, perché un ordine dello Stato si è elevato a potere dello Stato, anzi a contropotere, che controlla e sottomette gli altri veri poteri dello Stato formati dalle persone elette da cittadini”. "Magistrati impunibili" -  E ancora: “Siamo l'unico Paese che ha una magistratura incontrollabile, che non dipende da nessuno, irresponsabile e impunibile perché i   giudici si giudicano tra di loro”, sottolinea il Cavaliere. Berlusconi ha anche parlato della responsabilità dei magistrati che con le loro sentenze "possono rovinare la vita ai cittadini": "L'Italia è un Paese con una democrazia dimezzata", in mano a "giudici incontrollabili e irresponsabili perchè non possono essere soggetti a sanzioni, visto che si giudicano da soli". L'offensiva del Cav del suo dopo-decadenza continua. Torno al voto -  Silvio poi parla anche del ritorno alle urne, che vorrebbe realizzato il prima possibile: "Dovremmo chiedere con forza a tutte le forze in Parlamento che si faccia un governo di scopo, che abbia come scopo soltanto quello di fare la nuova legge elettorale, magari mettendo insieme le elezioni europee con quelle nazionali. Sento la responsabilità di dover continuare, di dover resistere fino a quando non saremo riusciti a risolvere il problema della giustizia in Italia". Guerra contro il Colle -  Solo venerdì Berlusconi aveva puntato il dito contro le "alte cariche dello Stato perché complici del progetto sinistra-giudici" per farlo fuori dalla politica. Forza Italia è ancora sul piede di guerra. E Augusto Minzolini, falco della prima ora, rincara la dose puntando il dito contro Napolitano: "Io sono pronto a votare l'impeachment per Napolitano se Grillo ha le palle di proprorlo con l'M5s in Aula". Insomma la guerra tra Forza Italia e i "responsabili" visibili e invisibili della decadenza di Silvio è solo all'inizio.  Siparietto Dudù - Durante il collegamento telefonico del Cav, anche un divertente siparietto. Ad un certo punto si è sentito un cane abbaiare, e si trattava di Dudù, il cagnetto di Palazzo Grazioli, che aveva fatto "irruzione" nello studio di Berlusconi. Lo ha rivelato lo stesso Cavaliere: "Avete capito - ha detto - che c'è stata un'invasione nel mio studio di un cane che si chiama Dudù. Scusate un attimo". Quindi la telefonata si interrompe per qualche secondo, poi Silvio torna a parlare. Avrà consegnato il cagnetto alla Pascale?

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