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Debito, l'accusa di Rehn: "L'Italia non rispetta gli obiettivi"

Il vicepresidente della Commisiione Europea Olli Rehn non ha dubbi: "Sono scettico sulla legge di stabilità. Non penso possa risolvere i problemi dell'Italia"

Ignazio Stagno
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Imu, tasse, prelievi sui conti correnti e mani nelle tasche dei pensionati. La manovra varat dal governo Letta e fortemente voluta da Fabrizio Scacomanni è tutta qui. Una manovra che di fatto ingessa il Paese e lo affossa sotto le mazzate della pressione fiscale. Ma per il governo questa è la "migliore manovra possibile". Dopo le critiche alla legge di stabilità mosse da Forza Italia che di fatto è passata all'opposizione, adesso a bocciare Letta, Saccomanni&co. arriva pure l'Europa. Come ricorda nel suo editoriale il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, è giunta l'ora che "Saccomanni vada a casa" per evitare che l'Italia continui ad avvitarsi in una crisi senza fine.  Secondo voi Saccomanni deve essere cacciato? Vota il sondaggio Bocciatura sonora - Il vicepresidente della Commisisone Europea, Olli Rehn è chiaro: "Ho preso nota delle buone intenzioni del governo italiano su privatizzazioni e spending review. Ma lo scetticismo è un valore profondamente europeo. E io ho il preciso dovere di restare scettico, fino a prova del contrario. In particolare per quanto riguarda i proventi delle privatizzazioni e i loro effetti sul bilancio del 2014". Insomma la manovra non convince nessuno. Il diktat - Rehn aggiunge: "Per quanto riguarda il deficit, l'Italia è in linea, anche se di poco, con il criterio del tre per cento e questo ha consentito al Paese di uscire dalla procedura per deficit eccessivo che è importante per la sua credibilità sui mercati finanziari". Infine arriva il diktat: "L'Italia deve rispettare un certo ritmo di riduzione del debito, e non lo sta rispettando. Per farlo, lo sforzo di aggiustamento strutturale avrebbe dovuto essere pari a mezzo punto del Pil, e invece è solo dello 0,1 per cento. Ed è per questo motivo che l'Italia non ha margini di manovra e non potrà invocare la clausola di flessibilità per gli investimenti". La risposta di Napolitano - A Rehn però risponde il Colle: "A livello delle istituzioni europee si impone una correzione di rotta per promuovere la crescita". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al termine del colloquio con il presidente della Repubblica croata, Ivo Iosipovic. "Se da un lato siamo soddisfatti e orgogliosamente consapevoli dello sforzo compiuto per risanare la finanza pubblica" ha detto il capo dello Stato, si deve considerare che il rapporto deficit-pil ha due facce: da un lato il deficit, dall'altro il prodotto interno che subisce gli effetti della crescita. "Non sfugge infatti che il rapporto è influenzato fatalmente dalla mancata crescita causata dalla crisi e dai suoi effetti recessivi che perdurano. Speriamo che presto sia doppiato il capo della recessione e si giunga a una fase di crescita". 

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